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Newsletter - Febbraio 2018

°   Mi devo per prima cosa scusare perché le pagine che tendono al negativo giovano poco e fanno annoiare. Di solito è più facile puntare il dito, tendere al pessimismo, anziché riuscire a segnalare soltanto strade di luce. Me ne accorgo solo tardi. Abbiate pazienza, se anche questa volta tradisco più di una venetta poco attraente.

°     Il calduccio che ancora piacevolmente si desidera, al di là delle fonti di calore che lo promuovono, potrebbe facilitare tante situazioni favorevoli: si sta più volentieri a casa. E più di qualche volta incita, più che a tenere il naso contro lo specchio televisivo, a far due sane chiacchiere in famiglia, di quelle distese e a cuore aperto. Ci sono così poche occasioni di buono scambio, che qualcuna, tanto è gradita, si stampa anche nel ricordo più riconoscente. Oppure, sempre il calduccio invita alla lettura, non dell’ultima rivista patinata, ma di qualche libro che ti porta a verificare dove puntano i tuoi pensieri, le tue ansie, le tue preoccupazioni, i tuoi progetti, i tuoi desideri, fino a commuoverti quando ti immedesimi in qualche squarcio d’animo che sguscia fuori dalle tue profondità nascoste. Un altro bel capitolo da incoraggiare, potrebbe essere la preghiera con il cuore in mano. Qualcheduno che vi si prepara e la propone ci vuole, E gli altri, tutti sorpresi dalla breve veglia che ancora è in grado di pacificare e di dare sprint al proprio spirito: “C’è sì il Signore in mezzo a noi”. Ed anche il più trascurato del raduno che cede per qualche attimo all’ottima ipotesi e luminosa probabilità.

°   Adesso che qualche chiesa è costretta a restar chiusa tutta la settimana, non sarebbe mica male il desiderio di ricuperare la chiesa domestica, quella dei primi tempi cristiani, la piccola chiesa, non tra le case, ma in casa propria. E qui, a mio parere, c’è il privilegio di un raccoglimento più convinto, più protetto, più raccolto. E poi, non ha motivo per darsi al vezzo, qualora aprisse di più le porte, di diventare la fiera delle ciacole alle spalle di chi magari non c’è.

°   Un’utile integrazione e una doverosa precisazione: come si può proporre di fare della propria famiglia luna chiesa domestica, se prima non ci sono rapporti di comunicazione, condivisione, dialogo, intimità, rispetto? E' assurdo, è una mera velleità! Come può esserci una chiesa domestica, se prima non c'è nemmeno una "casa"? A fare casa non sono solo i muri: ci vuole ben altro. Sono ormai innumerevoli le storie che vanno alla rinfusa, e che bisognerebbe tentar di capite dal di dentro.Ci si dovrebbe coltivare, lavorare su di sé, invece che sull'altro...

°   Quale divertimentificio mai rimpiangere? Il cenno è dovuto al carnevale, pur se si fa carnevale ormai tutto l’anno. Finita la settimana di lavoro, wow!!!, stasera bisogna passarla fuori tutta la notte. Non si sa però come si sarà al rientro, quando addirittura il rientro potrebbe anche non avvenire più! Purtroppo. La disperazione si presta, in tal modo, a riempire i cuori di tutti. Ma nemmeno le morti impietose riescono a frenare chi?

°   Povere velleità, a volte solo “pretesche”! Quando le notti diventano tutte bianche, poveri cervelli svuotatisi loro buon o loro malgrado. Si evidenzia tanto il bisogno di igiene mentale, quando, per contro, si buttano i cervelli in pasto al caos, al bombardante rumore dei tamburi, alle rassegne più triviali delle proprie avventure bullistiche.

°   Ma quale etica? La libertà non conosce paletti. Se no, che libertà mai sarebbe. Ognuna/o la imbastisce come meglio vuole e desidera. E, di rimando, rovinare, rompere, deturpare diventa un gioco bellissimo! Se manca, se ne va il buon sapore della prepotenza qualunque, dello sballo a buon mercato, dello sfregio, del ricatto…

°   Febbraio pur il più corto dei mesi, apre parecchie porte. Anzitutto quella della vita consacrata che meriterebbe una serie di abbondanti considerazioni. Apre anche quella della giornata per la vita. E a riguardo, non si finirebbe più di dire. Si da qualità alla propria vita, promuovendo una vita degna e rispettata di quanti fanno parte della nostra. Dal 2016, l’8 di febbraio, festa di S.Bakhita, siamo invitati a dar rilevanza alla Giornata di preghiera e di riflessione contro la tratta di esseri umani, la nuova forma di schiavitù del nostro secolo.

Febbraio apre ancora le porte, con un rimando sempre gradevole alla Madonna di Lourdes alla giornata del malato. Sta diventando un numero, un plico di carte. Altro problema spesso in pagina. Ma è fumo, soprattutto per le lunghe attese che comporta, anche nel caso di un’urgenza. Il servizio nazionale sembra muto, mentre gli specialisti, si presentano come i più pronti e solleciti, pur se preferiscono però, il più delle volte, il silenzio delle banconote. E per finire, febbraio spalanca le porte alla Quaresima. Comincia con domenica 18, o qualche giorno prima, se il mercoledì delle ceneri fa da richiamo. Un po’ di conversione, di penitenza dovremmo pur proporcela. Tutti conosciamo alquanto la nostra vita, dove continua a scantonare, dove non riesce più a fare posto al bene praticabile. Ci si potrebbe assumere un impegno buono esercitare per tutto il tempo, una privazione, una rinuncia, da destinare a chi vive solo della miseria più nera, praticare la meditazione per verificare il peso che ci più ingombra… Con la Sua grazia, quella che il Signore ci accorda, ce la si può fare: basta coltivarsi un po’ lo spirito, che, diversamente, trascuriamo, lasciamo gemere.

°   Avendo partecipato nei giorni scorsi ad un funerale di un papà, mi son trovato a leggere quanto un’amica ha scritto alla figlia, per darle un po’ di salutare conforto. La parola non sempre è attiva, anche quando lo vorrebbe, perché le riesce poco a fare traccia, se l’animo, come è facilmente immaginabile, è tutto languente. Ecco il breve ed intenso testo: “Spero con tutto il cuore che tu riesca a guardare la persona che ami e che sta morendo come qualcuno che abbandona l'apparenza per raggiungere la propria più autentica e profonda interezza. Non è per stare peggio che si muore ma per inverarsi totalmente. Un grande abbraccio”.

°     Il testo è molto particolare ed intenso. E’ frutto certamente di una elaborazione del lutto di cui dovremmo tutti farcene responsabili e garanti. Ma se non ci si forma, ci si educa, a partire da quando si è piccoli, se non ci si allena a dare un senso anche alla sofferenza, il Signore non riesce a darci una mano per rialzarci.

Alla prossima. Grazie ed un caro saluto a tutti!

°   I programmi li avete settimanalmente sul sito. Ed anche su La Voce dei Berici. Ed anche attraverso radio Oreb

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°   Ci piacerebbe leggere qualche riscontro da parte Vostra, anche tecnico, di impostazione, e, di più sui contenuti che potete ricevere nei modi diversi, che Vi ho indicato.

Luigino don

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