Newsletter - Febbraio 2019
♦ Di carta stampata, non ho proprio l’idea di quanta ce ne sia in giro. Di quanta ne venga letta. Di quanta ne circoli di sospettabile, di inutile, di sporca, o quanto meno di riprovevole. Svago, passatempo, tempo libero, cultura, informazione, tempo buttato ci consegnano termini molto diversi, ma, se confrontati, parecchio dissimili ed anche molto ambigui. Le caratteristiche di chi se la prende in mano, quali sarebbero? In casa nostra che tipo di stampa arriva? Ci fa bene? Innaffia appena i sensi? Che interesse smuove chi la procura? Un abbonamento è un vincolo più rigido: che tendenza ha? Ed eventualmente quella in cui ci si immerge alla chetichella, di nascosto? Se lo sapesse, o lo scoprisse uno dei più piccoli, magari ancora incosciente: quali ne sarebbero i risultati che ne emergono? La carrellata può bastare, anche solo per una piccola esplorazione di quanto arriva a circolare anche nelle nostre case, e spesso con estrema facilità. La cosiddetta informazione praticata ci confessa nel bene e nel male, anche se qualcuno magari della differenza non sa più cosa farsene.
♦ E così è possibile imbattersi in persone del tutto omologate e monocorde, a indirizzo unico. Persone cioè che né pensano, né riflettono, che hanno la testa sotto sequestro, che altro non fanno che amplificare quello che ogni mezzo di comunicazione ritiene la notizia più in, pur se si rende in fretta conto dei tanti pappagalli male ammaestrati e noiosi quanto basta. E questa, con nome altisonante, si chiamerebbe cultura di avanguardia.
♦ Ancora carnevale? Ce n’è proprio di bisogno, o bisognerebbe meglio aggiornarci un po’, anche perché si ha l’impressione che sia carnevale tutto il tempo dell’anno? Un tempo se ne coglieva un qualche significato, se non altro per il rigore che, appena dopo, ci veniva proposto dalla Quaresima. Anche i tempi si stanno fortemente omologando, resi capaci di resettare in lungo e in largo proprio tutto, anche il delicato laboratorio cerebrale. Ci si contenta di vuota baldoria. Per non nominare le manifestazioni dal sapore della trasgressione più palese.
♦ Da programmare, di questi tempi, sarebbe più interessante il tempo di Quaresima. Con almeno qualche punto fermo. A riguardo, più che sul digiuno del corpo, bisognerebbe inventarsi un bel digiuno per lo spirito che, con la scusa che vizi e peccati tengono ben poco, rischia l’insonnolimento, la trasandatezza, il nessun significato, l’inutilità più ironizzabile, il blocco totale di ogni energia buona. E la preghiera non farebbe poi tanto male, se la si ricuperasse in tempi e modi un po’ più consapevoli e convinti, magari condivisi con tutta la propria famiglia E per quelli che mancano di tutto mentre altri possono permettersi di seguire anche diete costosissime per amor un po’ di evanescente bellezza, perché non riusciamo a dilatare un pochino il cuore, mettendoli così al centro di un po’ di nostra salutare attenzione.
♦ Febbraio ce lo riempia la Benedetta di Lourdes. Anche a riguardo si avverte un calo da parte di chi partecipa all’interessante e spiritualmente sempre arricchente pellegrinaggio in quell’ospedale singolarissimo dello Spirito. Di solito si aspettano anche guarigioni psicofisiche, mentre però la maggior parte se ne ritornano guariti più in profondità. Non è più il patire a far problema. Lo spirito si trova quasi sempre disposto a tutto. In questo senso, quella singolare clinica opera e attua sanazioni spirituali di enorme rilevanza e di una letizia sorprendente.
♦ Se tutto ha un significato, mi piace cogliere quello più particolare di febbraio: è il mese più corto, più breve. Come lasciarsene sfuggire la prerogativa? Facciamo l’elogio della brevità, o la rimpiangiamo? Diventa una questione di non poco conto anche la brevità. Siccome non lascia in pace nessuno, come tante altre realtà, vita compresa, non ci varrebbe di più tesoreggiarla? La brevità non va, se non altro, banalizzata. Il tempo che si fa breve e non ti consente prolunghe di nessun genere, è sempre limitato, va impreziosito. Come solevano dire i santi monaci: “Tempo non aspetti tempo”. “Vivi ogni attimo come se fosse l’ultimo che ti è dato di vivere”.
Qualcuno avrebbe forse voluto una conclusione più augurale e briosa. Qualcuno mi fa capire che talvolta sono troppo pessimista. Ogni stagione di vita confessa se stessa. I miei anni stanno passando velocemente e mi sono spesso inevitabili anche questi pensieri.
A tutti un grosso “ciao”
ed un forte, caro abbraccio
Luigino don
I m p o r t a n t e
Mi riferisco al prossimo week-end spirituale tenuto da Monica Cornali e da Luigino don.
Il tema che ci guiderà: La fiducia trova sempre una strada aperta.
(venerdi 15 marzo dalle 18 a domenica 17 ore 14).
Non sempre di fiducia ce n’è e se ne trova in giro. Addirittura per qualcuno è passata di moda, fino ad essere una velleità qualunque. Ci piacerebbe invece tentarne una esplorazione operosa e dai risultati rassicuranti.