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Newsletter - Gennaio 2021

°     Anno nuovo, vita nuova”, è frase che non si usa più di tanto. Di solito, nuovo, manda avanti di corsa l’accadimento che dovrebbe far sobbalzare il cuore. Che sarà poi mai? E, subito, si mettono in moto l’interesse, il desiderio, la curiosità, la voglia, o un’attrazione mai provata che le cose cambino…, segno che alla vita sembra mancare sempre qualcosa che possa ridestarla, appagarla, soprattutto allietarla. Per quel po’ che si può spiare la parola della scrittura santa, il significato pare invece alquanto diverso: raccogli quell’irrefrenabile desiderio, che spesso tendi a rimandare, a soffocare, di diventare tu nuovo, di vedere come e in cosa puoi agire meglio. È il tuo modo di guardare, di osservare le cose che si sta atrofizzando. Ti fermi troppo spesso in superficie, badi quasi sempre alle apparenze, pensi che le cose, cambiando, ti cambino la vita, la noia di vivere, che le situazioni ti consentano di superare la stanchezza, il giorno monotono, il gioco dell’abitudine, il trascinamento cui ti stai del tutto adattando. Al callo, pur se può non poco dolerti, riesci a non badare più. Più che le cose, devi cambiare te stesso.

°   C’è proprio bisogno di uno spirito nuovo, di una coscienza nuova, né impigrita, né insonnolita, Né tanto meno, addormentata. C’è ancora la coscienza? Questo radar che dovrebbe darTi le dritte migliori, i parametri più luminosi, gli impegni più urgenti. Mi vien da scomodare anche un altro ormai superato speciale esercizio: l’esame di coscienza. Come condurlo? Spesso alla guida troviamo il così fan tutti, l’opinione più diffusa che facilmente ti omologa, perché una cosa vale l’altra, e chi se ne importa. Ci si regola quasi sempre opportunisticamente, liberati da ogni complesso, pur di trovare accondiscendenti gli astanti, pur di sentirsi accettati, magari anche applauditi… Si parla di influencer, di opinions makers, di coloro che con la parola intrattengono, senza ritegno che si trasformi in un discutibile perdifiato, un perditempo devastante, un vuoto totale, spesso inqualificabile. C’è anche la comunicazione che non teme di finire nella palude dei pensieri, dei comportamenti. I mondi del digitale, del web, della tecnologia sono tra i più esposti. Mai stufi di divertirsi, per ritrovarsi poi, confusi, in preda a innominabili derive.

°   La Parola del Signore non trova invece quasi mai campo: è una trascurabile faccenda di altri tempi, fatta per animette da due soldi, facile pericolo per gente che per crescere, essere matura, non ha ancora imparato che ci vuole ben dell’altro: furbizia, scaltrezza, inganno, perfidia, orgoglio, larghezza di vedute, disinibizione completa, libertinismo audace, pur se gravido di terribili conseguenze.

°   L’anno che inizia chiama lo sguardo e la protezione singolare della Madre di Dio. Chiama poi in causa il bene supremo della pace. Se non c’è dentro, in cuore profondo, tanto meno puoi irradiarla e trasmetterla fuori. Gli scenari che ci danno spettacolo della inqualificabile efficacia delle loro forze, stanno mietendo ancora tante vite che ritengono di dover disumanizzare con le loro malvagità interminabili, purtroppo. C’è una sequenza di stile che conosce, altro che umiltà, mitezza, benevolenza, perdono… Ci si rinforza sempre più di violenza, aggressività, toni insopportabilmente alti, brutture a catena, incontenibile e odioso disprezzo…

°   Provo ad interrompere questa triste litania, invitandovi a leggere Patris corde (= Con cuore di padre), una breve e semplice, ma molto profonda, lettera apostolica che Papa Bergoglio ci indirizza, sulla testimonianza e i pochi tratti che riguardano la mai inesausta santità di S. Giuseppe. Questo scritto ci porta dentro una sorprendente direzione: il senso della vita è Dio, cui riservare il tutto, il meglio di sé. È un Dio che ci nobilizza nelle nostre plurime fragilità, che esalta la nostra umanità, che ci riserva tantissime Sue inspirazioni e grazie, perché riusciamo a darGli man forte per la nostra e la salvezza di tutti.

°   Covid continua a seminare disagi, sofferenza e tantissime morti. Niente che ci ridimensioni, che ci faccia pensosi, riflessivi, cuore meno corazzato e duro, tante volte implacabilmente esacerbato. Stiamo toccando tanta vulnerabilità e di più ne procuriamo. Da ignorante poco informato, mi permetto di esternare un cortocircuito più che palese: il virus non lo si conosceva ed è ancora parecchio sfuggente, anche a testoline che ne stanno indagando senza sosta l’evidente pericolosità, per ridurlo a miglior consiglio. Dal 27 dicembre scorso abbiamo cominciato con le vaccinazioni, salutate da enorme speranza. La terapia però non si sa bene ancora se è così adeguata, e per quanto tempo riuscirà a coprire il nostro sistema immunitario. Mi sembra un non piccolo e trascurabile problema. E mi permetto una supplice espressione: Dio ci scampi!

°   La nostra amata Villa S. Carlo sta fremendo e di più pregando, perché possa riprendere la generosa vitalità e attività che la caratterizzano da anni. Speriamo a cuori uniti di non dover ancora per molto rimandare, sospendere. Vedete di chiederlo anche tutti Voi, al momento del Vostro fiducioso pregare.

°   In questo mese, da non perdere di vista e dal cuore, abbiamo la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e per il dialogo interreligioso: dal 18 al 25 gennaio. È celebrata sullo sfondo di un invito più che affascinante del Signore Gesù:Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto (Gv 15,5-9). È davvero di altra logica rispetto a quella che sta andando per la maggiore in questo nostro mondo. È chiesta anche a noi la nostra parte. Se non costruiamo futuro insieme, quale frutto buono potrà sostenere la speranza di tutti? Facciamo in modo che la preghiera ci avvolga e cambi davvero la nostra vita, ci tempri una coscienza decisamente buona, senza sosta.

 

Da Natale ad inizio del nuovo anno, auguri ne son echeggiati tanti.

Se lo desideriamo, possiamo volentieri continuare, a bene di tutti,

impreziosendoli con una fiduciosa preghiera per tutti!

Luigino don

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