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Newsletter - Gennaio 2023

°   Anno nuovo, vita nuova! Parole così sembrano aver perduto ogni consistenza. Un tempo tale augurio s’accompagnava con enfasi decisamente più entusiasta, pur se la vita era, per quasi tutti, molto meno promettente. Il periodo si presta ora molto meno: sembra che si sia impoverita ogni speranza. Sembra quasi che ci si stia rassegnando al peggio. Dovremmo essere invece ancor più determinati, dal momento che quanto si percepisce, ci sembra insuperabile per ogni vistoso suo proporsi e per le complicazioni, sempre più oscure, che, pare, ne derivino. Non è il caso di tentarne neppure un qualche abbozzo.

°   Semmai, proprio perché più consapevoli dell’andazzo, dovremmo pulire lo sguardo, vedere per bene quale potrebbe essere la nostra parte e agire con un radicale e motivato interesse che ci costringa ad operare, nel nostro piccolo o più esigente quotidiano cambiamento, quanto possiamo migliorare. E’ il bene che sta perdendo quota, che non affascina più, a causa dell’egolatria più che imperante ad opera di troppi furbastri. E’ il bene soltanto che edifica, che trasforma, che fa di tutto perché onestà e giustizia abbiano a far trionfare, senza chiassosi altoparlanti, la pace nel cuore e in resa più ampia da parte di tutti.

°   Non è il caso di riempirci la bocca di auguri e permettere al proprio cuore di operare sempre peggio, al contrario. Il primo giorno dell’anno, mette in evidenza la Madre di Dio, l’umile interceditrice di ogni causa buona. Eccomi! Il mio Sì che possa moltiplicarsi nel cuore di tutti! Anche quando ci sembra impossibile che ne valga la pena, quando la fede/fiducia ci disabita, quando nessun progetto buono riesce ad averci alleati generosi ed operosi. Il primo giorno dell’anno è dedicato interamente alla preghiera per la pace e a farci operosi, costi quel che costi, per essa.

°   Ho trovato interessante in questi giorni scorsi, un bel rimando a Bartimeo (Mc 10,46-52). La sua situazione andava sempre più peggiorando, sia perché sempre più cieco, e quindi la sua malattia diventava la convalida della sua vita di peccatore. Era questo il giudizio conclusivo per chi era segnato da qualche malattia. Il dramma suo connetteva la malattia ad una colpa e finiva con l’ostracismo sociale, l’abbandono, la propria vergognosa mendicità. Gesù di Nazareth, con un seguito numeroso passa di là. E Bartimeo non può non gridare la sua disperazione: il suo grido nasce dalle tenebre. “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Bisogna zittirlo ad ogni costo. Ci son sempre dei benpensanti, nutriti da buon rispetto, che non tollerano il modo di fare dei disperati. Se ne scandalizzano, piuttosto. Gesù è di altra pasta: si fa eco di quel grido/gemito implorante. Ordina di chiamarlo. A Bartimeo non parve vero. Va di scatto da Lui. “Rabbuni, ch’io veda di nuovo”. La traduzione andrebbe alquanto modificata: “Rabbunì, ch’io veda dall’Alto”. La vita, se non si comincia dall’Alto, finisce per deludere anche ogni migliore attesa. Quante opportunità ci sfuggono, di ogni genere. Il nostro presunto protagonismo cede facilmente. Ritenevamo di essere i migliori, sempre ben attrezzati e superiori a tutto e rispetto a tutti. Puntare su di sé, fa diventare vanesii, “pitocchi” (è una parola greca: ptokòs. Indica la miseria più squallida, lo stato di bisogno più infelice e deludente, certamente anche molto vergognoso).

°   I Bertimeo dei nostri giorni sono senza numero, per i motivi più diversi. Ed abbiamo l’impressione che Gesù non passi più tra noi. Piano, piano, ce ne siamo del tutto, o quasi, liberati. Le voci tuttavia non si smorzano e rimpiazzano con consigli sicuri ed altisonanti. Se Gesù lascia il posto, altri lo sostituiscono con proposte ritenute ben più efficaci. Le voci si identificano con Babele oggi: tutti maestri, con idee chiare e nette. La conclusione equivale a confusione totale: i poveri sempre più poveri. Solo molto pochi possiedono casse sicure. Bartimeo, gratificato a tal punto da Gesù, si butta al Suo seguito. La sua avventura lo rende creatura nuova, tutto rincuorato e lieto. Bartimeo, incrociando lo sguardo di Gesù, da mendicante, si ricorda di essere figlio di re!

°   Non dovremmo prenderci migliore e più costante cura di chi è emarginato? O ne azzeriamo addirittura il grido, deprivandolo di ogni speranza? Anzi, siamo così sicuri di dovergli fare anche uno dei nostri più immediati predicozzi, calpestando così ogni sua dignità? Ci sorprende il moltiplicarsi del male, e non ci accorgiamo il più delle volte  di promuoverne ulteriori, ricche misure?

°     Anche Villa S.Carlo riprende le sue proposte –

°   Abbiamo avuto, qui a Villa S.Carlo alcune opportunità per incontrare il nostro nuovo vescovo Giuliano. Si va ancora per impressioni, ovviamente. Però, la sua cordialità, l’attento ascolto cui si da, informazioni di cui si fa giustamente interessato e ben altro, lasciano presagire da parte Sua benevolenza, amicalità schietta, comunicazione profonda, condivisione affettuosa e puntuale… Gli porgiamo ogni più vivo compiaciuto grazie. In particolare, io ho potuto accompagnarlo anche dalle Clarisse, abbiamo concelebrato ed, insieme, violando la clausura, abbiamo preso colazione con tutte loro che, pur di regola silenziose e riservate, ci si son mostrate tutte molto sorridenti, accoglienti, di molta vivace allegrezza, tutte animo visibilmente squisito.

  • Con la festa dell’EPIFANIA, si è soliti dire: “Tutte le feste scappan via”. Si sta purtroppo innescando la verità di questo dire. Ma un cristiano “ben fatto”, sa bene che ogni domenica c’è la salutare pausa della Messa domenicale, da cui attingere linfa opportuna per vivere bene, avendo garante il Signore che ci dà vita nuova.
  • L’8 di questo mese comincia il corso avanzato legato ai temi della perdita, dell’accompagnamento, della speranza.. In particolare verranno affrontati questi temi:
  • Come trattare il tema della morte con bambini e adolescenti;
  • Senso/non senso della vita e condotte suicidarie;
  • Questioni bioetiche sul fine-vita: criticità e punti di forza
  • Cosa significa perdonare durante tutta la vita fino alla morte.
  • La relatrice dei 4 incontri sarà la d.ssa Monica Cornali, Psicologa e Logoterapeuta, sempre molto chiara ed apprezzata. Chi volesse iscriversi può farlo contattando Villa S. Carlo.

°   Ricordo ancora la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (dal 18 al 25 di questo mese).

°   Domenica della Parola di Dio (3^ del tempo ordinario)(22 gennaio).

°   Giornata del Seminario (22 di questo mese).

°   Ricordiamo 2 santi della nostra terra: beata Eurosia Fabris (Marola) (9 gennaio) e S. Giovanni Antonio Farina, fondatore delle nostre suore Dorotee (14 gennaio). Il 27 abbiamo infine S. Angela Merici, nata in Cielo il 1540. Si richiamano a lei le nostre Suore Orsoline, la cui “Casa-madre” si trova a Breganze. Ma sono parecchi altri i Santi alla cui intercessione possiamo sempre ricorrere, quelli noti ed anche i tantissimi sconosciuti.

°   Dal 3 al 5 sono nostre ospiti le Suore Francescane di Cristo Re

°   L’8 comincia il percorso di preparazione al matrimonio cristiano (dalle 15 alle 19).

°   Dal 13 al 15 ospitiamo il numeroso gruppo legato ad una proposta di vita di d. Roberto Carmelo.

°   Dal 23 al 27 – esercizi spirituali per sacerdoti. E’ proposta aperta tuttavia a tutti.

Saluti ed auguri siano alimento per le vite che si lasciano

entusiasmare dalla vita da vivere per il Signore!

Luigino don

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