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Newsletter - Giugno 2019

°   Giugno è pieno di ricorrenze più che sostanziose, soprattutto per la nostra vita secondo lo Spirito. M’è venuto così il desiderio di darvene qualche piccolo riscontro per ognuna. Il motivo è semplice: le feste, ed alcune vengono trascurate sempre di più anche da parte dei cristiani cattolici, non sono per niente festaiole e superficiali. Ci dicono alcuni passi dell’anima che ci portano volentieri su quelli di Gesù, o dei suoi amici più riusciti. Le si dice memoriale per il fatto che non ci riportano indietro per ricordare, ma avanti per viverle, come se ci fossero contemporanee e noi coloro che le rendono visibili nel loro profondo significato. Proseguo quindi cronologicamente, visto che un calendario, di solito, lo si tiene a portata di occhi aperti, in ogni casa.

°   Il prossimo 2, ad esserci presentata, è l’Ascensione del Signore. Con questa, anche se noi facciamo spesso punto sulla risurrezione, Gesù, dopo alcune apparizioni di sostegno a quelli che aveva scelti, che con fatica spesso erano riusciti a riconoscerLo, li prepara alle consegne e ad un modo del tutto nuovo di presenza tra di loro. Non Lo vedranno più. Dovranno far tesoro delle Sue parole soltanto, del Vangelo. E questo che dovranno rendere evidente con la loro fedeltà e coerenza. Per un verso, è sulla terra che anche la loro missione cercherà di darsi corpo. Per altro, sanno di avere come destinazione la stessa di Gesù, il Cielo nuovo. Sulla terra il tempo scappa. Bisogna far molto presto a compiere il bene. La nostra patria è in Cielo (Fil 3,20). Per ora la nostra vita è nascosta in Cristo per Dio (Col 3,3). La domanda è facile che ci venga spontanea: come sarà la nostra condizione di essere oltre i confini che la morte traccerà? Ce la teniamo, ma sospesa, fidandoci di Lui ed affidandoci a Lui.

°   La sera dell’8, vigilia di Pentecoste, il vescovo s’aspetta per una celebrazione speciale, tutti gli appartenenti alle aggregazioni laicali, che non sono poche, pur vivendo il problema dei subentri e s’aspetta anche tutti i nuovi componenti dei gruppi ministeriali. A riguardo, anche solo qualche aspetto, vorrebbe più di una striminzita pagina.

°   Il 9 lo Spirito Santo, che diffonde l’amore intero e vero nei nostri cuori (= agape)(Rm 5,5), quante energie delle nostre non si darà premura di ristrutturare. A 50 giorni da Pasqua, da cui la parola Pentecoste (= 7 settimane di settimane, più l’inedito = il mistero), abbiamo la possibilità di collegare le nostre vite umanissime e sempre in compiersi, allo Spirito che ci dà una mano a far sì che tutto diventi nuovo su questa terra, tanto in disordine, vecchia e abbruttita. E conviene che Lo lasciamo lavorare fin nell’intimo, dove radicano la nostra consapevolezza e bisogno di conversione permanente, la nostra responsabilità verso la realtà del mondo, degli altri, da considerare fratelli e sorelle, e di noi stessi. Sarebbero tutti capitoli da verificare e ci sarebbe molto da riportare per un minimo di sufficiente conoscenza. La Pentecoste era la festa della legge, della Torah, verso la quale si rinnovava la propria fedeltà, divenuta poi festa dello Spirito che trasforma, che santifica, che porta alla verità tutta intera. Bisognerebbe leggere Paolo nelle lettere in cui affronta la tensione tra legge e legge dello Spirito, soprattutto in Romani e Galati.

°   Con la Pentecoste termina il tempo di Pasqua e si entra nel tempo ordinario con tutti i tesori, eventi che Gesù ci ha donato, pur se tutti segnati dal mistero. Il tempo ordinario è quindi un tempo che supera se stesso, che vive nel quotidiano quanto ha solennemente celebrato nelle feste.

°   Il 10 richiama una memoria che papa Francesco l’11 febbraio 2018 scorso ha stabilito come obbligatoria in tutta la chiesa, al lunedì dopo Pentecoste: quella della Vergine Maria, con il titolo di Madre della Chiesa, con l’intento di favorire la crescita del senso materno della Chiesa ed anche per dilatarne la cordiale ed affettuosa intercessione.

°   Il 12, il 14 ed il 15 sono i giorni delle Rogazioni. Celebrano la sacralità della terra, la sacralità del lavoro e l’estendersi della Provvidenza di Dio, e bisogna davvero crederci, su tutto ciò che vive. I milioni di poveri, di diseredati sono il grido disatteso di tanta giustizia ingiusta, perversa ed iniqua, vissuta come tale, legittimata da ogni trascuranza. Ma quando i poveri gridano, il Signore li ascolta ed i tempi dei prepotenti, per forza, vacillano.

°   Il 16 abbiamo la festa della vita intima di Dio Uni-Trinitario, di cui ci riconosciamo partecipi, opera delle Sue mani, creati ad immagine e somiglianza Sua come siamo e, nel Figlio, figli di Dio anche noi, cui Egli porgerà il Suo benvenuto quando ci farà commensali nel Suo Regno. Le parole ci tradiscono non poco e non ne abbiamo per esprimere adeguatamente la nostra esistenza, considerata da parte della trascendenza che la connota.

°   Il 23 ci offre la festa del Corpo e Sangue di Cristo. Il cammino della vita è il più delle volte lungo, duro, amaro, perfino a volte impossibile. Prendi e mangia: ti darà energie senza fine. Anche a riguardo, se ci mettiamo a voler capire il modo di presenza di Gesù, troviamo parole vecchie, stantìe, mute, inespressive… Non c’è da spiegare. C’è solo da prendere, da accogliere. E non si tratta di nessuna pretesa, o diritto di presunzione. Si tratta di un dono. E i doni vanno onorati. Fino a qualche tempo fa, per non parlare dell’epoca giansenista la condizione per ricevere la comunione era la confessione. E quindi erano molto pochi i commensali. Adesso le file si son rimpinguate e, per aver insistito troppo sui peccati, son rimasti pochissimi quelli che accedono al sacramento della riconciliazione. E, in genere anche chi ne profitta, non ha peccati, ha solo sofferenze da confidare, che bloccano ogni spunto di fiducia.

°   Il 28 abbiamo ancora la festa del Sacratissimo Cuore di Gesù. Anche questa devota pratica, nata bene, se la sta mangiando l’indifferenza. E’ anche la giornata di santificazione dei sacerdoti. Lascio il tutto al breve cenno.

°   Infine, nomino la Natività del Battista (il 24) ed il martirio di Pietro e Paolo (il 29). Si tratta di tre nostri grandi, ciascuno per la sua parte, vere colonne, che hanno dato speranza anche in tempi affatto favorevoli per la chiesa degli inizi.

°   Giugno é un mese che, volendo, non dà tregua a nessuno. Una verifica della propria spiritualità trova, anche su queste sguarnite indicazioni, quanto sarebbe bene che ognuno desideri e cerchi.

 

Cari ed affettuosi saluti ed auguri per tutto a tutti!

Luigino don

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