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Newsletter - marzo 2016

♦ Sembra che i giorni si lascino investire spesso da un vento impetuoso che li sollecita a farsi molto brevi. E che, con l’età, aumenti anche il loro inafferrabile vortice. Il mese che abbiamo davanti è tutto a perno sulla Pasqua. In realtà il credente non dovrebbe prescindervi un solo attimo. Senza Pasqua, la vita s’abbarbica su se stessa. Per estasiarci, per sognare, per desiderare, per accumulare, per progettare…? No. Son tutte operazioni mutevoli, instabili, poco affidabili. Legittime, certo, ma esposte, a volte fin troppo esposte. Pasqua ci dice la Promessa di Gesù: “Pur se cedete alla smemoratezza, sappiate che siete fatti tutti per il Paradiso. Quello che è di meno non vi sazia”.

♦ Gesù, ce lo evidenzia il Suo nome, ci vuol partecipi dell’unico, insopprimibile bisogno/desiderio di fare della nostra fragile vita qualcosa di bello per Lui, per il Suo Cielo.

♦ Le stesse nostre croci, sanate dalla Sua, son tutte provvisorie. Per il male, intendiamolo pure genericamente, ce n’è così tanto, non c’è futuro: è destinato a finire, a scomparire. Mentre al bene, guai a dar misura: quello non basta mai. E siccome il giorno incalza, è sempre breve, ci conviene affrettarci per compiere le opere della misericordia. Son queste il passaporto per il Cielo.

♦ Titoli, meriti, ruoli, non sono che una parvenza. Semmai è la responsabilità che comportano, se ne prevedono, a far la differenza. E la coerenza. Non servono “neppure le opere di giustizia da noi compiute”. Per il fatto che “Tutto è grazia”. Semmai ci consentiamo di menar vanto, vantiamoci di quanto il Signore fa per noi, della misericordia che ci usa. Vantiamoci appena di Lui.

♦ Nella Pasqua settimanale in particolare, che è la domenica, il giorno del Kurios, del Signore, rinnoviamo il nostro patto di fedeltà a Lui. Raccogliamo almeno una delle Sue parole: traduciamole in vita. Continuiamo il nostro esodo settimanale di liberazione da tutto ciò che ci schiavizza, ci disumanizza, ci rende cattivi, acidi, aspri. Alla fine insopportabili finanche a noi stessi. Non rendiamo difficile e dolente la vita di nessuno. E’ già per tutti difficile impresa vivere. Non c’è nessun raccomandato, neppure chi lo ostentasse. E chi mai può rassicurare se stesso? Essere boriosi, sì è facile. Superbi, sprezzanti, tracotanti. Sì, certo. Spesso è forse il meglio che ci connota, purtroppo. Ma a che pro? Ci promuoverebbe forse? Ad essere solo un criccoso, che pretende di avere tutti ai suoi piedi, a quali risultati mai ci porta?

♦ Pasqua è il canto alto della libertà, quella cui il Figlio ci orienta e che ci da. La verità vi fa liberi. Se non vi fa liberi il Figlio, illusi, in nome della libertà ci facciamo schiavi a prezzo basso, di nessun conto, appena di noi stessi, delle nostre ombre, della nostre paure, delle nostre devastanti angosce.

♦ Non è una parola magica la parola libertà! E’ un progetto ed un modo di vivere. Costa fatica, vuole impegno, chiede responsabilità, ti fa tener in conto ogni essere, soprattutto se ignorato, maltrattato, escluso, bisognoso. Ci vuole tempo e determinazione per riuscire a sperimentarla. Diversamente è un surrogato deludente, un contenitore vuoto, insane: ci sta dentro di tutto, di peggio.

♦ Il Figlio ci fa liberi. La Sua Paola è spirito e vita. Lui solo è in grado di aprire sentieri di luce, strade di speranza, finestre che ci inondano di freschezza, di entusiasmo, salite che bucano il Cielo.

La scena fa in fretta a chiudere. Cala il sipario. Si chiudono le luci. Protagonista per qualche ora, ma di che?

♦ Facciamo Pasqua dunque. Meglio celebriamo Pasqua. Facciamo in modo che dia colore alla nostra vita, significato. Che la possiamo volentieri “sprecare per Colui che interamente S’è sprecato per noi”.

♦ Prepariamoci consapevoli al grande esodo, il definitivo. Come sia, sia! Siamo certi di Lui. Ce lo dice il nostro animo inquieto. Ce lo mettono in preziosa evidenza i santi. E quelli nascosti, sono i più numerosi. Non si può vivere per morire. Che con la morte finisca tutto, ce lo stanno gridando in troppi. Ma son quasi tutte voci stonate, confuse, stridule. Forse gridano per convincersene, anch’essi tentati di non crederci.

♦ La vita, che ha iniziato prima ancora che nostra madre lo avvertisse e nostro padre gioisse, non può finire. Va oltre, nell’Oltre, pur se misterioso, ultra affidabile, a firma di Colui che ci ama per strapparci alla fine e garantirci l’insospettabile, inedito, sorprendente compimento nel Paradiso Suo.

♦ Buona Pasqua! Con l’evangelista Luca, lo “scriba mansuetudinis Christi” (colui che, più degli altri, di Gesù ha evidenziato il tratto misericordioso), colui che ha riportato, quasi all’inizio del vangelo, e decisamente: “Ogni carne vedrà la salvezza” (Lc 3,9). Nessuno escluso quindi! Carne è un termine che dice la nostra precarietà, fragilità, inconsistenza, anche colpa e peccato.

♦ Buona Pasqua in Cielo a tutti!

Per questo mese Vi segnaliamo:

< Dall’inizio di Quaresima, Villa S.Carlo è stata inserita tra le porte sante del Giubileo. Durerà fino a Pasqua.

< Ogni sabato, qui in Villa, chi lo desidera, trova uno o più sacerdoti, disponibili ad accogliere chi desidera confessarsi.

< Questo tempo, fino a Pasqua, son parecchi i gruppi, o di adulti, o di cresimandi con i genitori al seguito, che si son prenotati soste più o meno brevi qui da noi.

< Giovedì 3 (9/15), incontro degli appartenenti all’Apostolato della Preghiera.

< Sabato 5 (9/14) aspettiamo i singles.

< Il 5 ed il 6, abbiamo qui i genitori dei seminaristi.

< Giovedì 10 (9/16) teniamo una giornata penitenziale. L’invito è esteso a tutti.

< Domenica 13 (15/21), incontro con gli sposi adulti, di lunga navigazione.

< Un week sposi si svolge qui dall’11 (h. 17) a domenica 13 (h. 19).

< Giovedì 17 (9/16), abbiamo i ministri della comunione. All’ultimo loro incontro erano sui 200.

I saluti mi piace pescarli tra i più affettuosi. Gli auguri pure, magari moltiplicati. Con un aggiunta: è l’anno della misericordia. Mettiamo umilmente in cartello la possibilità di una buona confessione. E non trascuriamo di misurarci concretamente con qualcuna delle opere di misericordia.

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Una Pasqua santa, gioiosa, provvida, vissuta con fede e con fiducia grandi

 Luigino don 

 

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