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Newsletter - Novembre 2018

♦   Quando si nomina novembre, la parola che, di solito, l’accompagna è “mese dei morti”. E, per il fatto che evoca una realtà molto oscura, un’esperienza tante volte molto tribolata, ricordi di volti con biografie raccontate, molto diverse tra loro, alcune con inevitabili rimpianti, struggenti nostalgie, ed altre anche con cenni e racconti non sempre limpidissimi, il clima che ne risulta non è quasi mai tra i migliori. Dolenza, tristezza, pianto sono le note più caratteristiche. E, nel contempo, un incontenibile chiacchiericcio, soprattutto nei cimiteri, che, purtroppo disturba molto e ci fa tutti molto dubbiosi sulla verità delle parole e dei sentimenti espressi. Mentre la si nomina la morte, ed è quasi un obbligo, si fa di tutto per rimuoverla ed anche, talvolta, per banalizzarla.

♦   Ce n’è anche una altra di parola che, inconsapevolmente sembra più elegante: defunti. Il significato però richiama fallimento, squallore. Vuol dire, pare: messi fuori uso, come se non avessero più nessuna funzione, nessun compito da svolgere, e quale.

♦   In ogni caso, è un linguaggio che, soprattutto i credenti cristiani dovrebbero alquanto superare. La vita è di sicuro altra e oltre, magari poggiando in maniera convinta sulla Promessa di Gesù: vita eterna. Ma anche a riguardo, siccome un termine che l’accompagna è mistero, si preferiscono le barzellette, o le prassi scaramantiche ed evocative più dirompenti e, in quasi tutti i casi, anche molto false. Perché non meditare piuttosto sui misteri gloriosi della vita di Gesù e di Sua madre? Anche il loro esito da questo mondo è stato segnato dalla morte. E’ un appuntamento inevitabile per tutti. Ma, ad aver importanza, peso, valore, luce indescrivibile, felicità indicibile, i Vangeli dicono tutto questo con gloria (= doxa). Non si tratta della fine, ma del compimento, della pienezza. Gesù, prima dell’ultimo respiro, passo che è tradotto malissimo così; bisognerebbe scrivere: consegnò loro il suo Spirito, Gesù dunque, prima di morire, ha gridato: “Tutto è compiuto”: nella Vulgata di S.Girolamo, abbiamo: “Consummatum est”, mentre nel greco: Tetelesthai (= tutto ha raggiunto il suo scopo = ce l’ho fatta), come a dirci: se in questo terribile evento ce l’ho fatta, son riuscito nella mia missione, ce la farete anche Voi, grazie allo Spirito che Vi ho donato.

     Nella Sua morte, Gesù ha ucciso la morte. La vita, a pensarci, non può essere appena il percorso tra nascita e morte: farebbe mostra di troppe ingiustizie; deve andare, “per forza” oltre. E l’unica speranza a muoverla per bene, è proprio quella di venir salvati, certamente non per la nostra squisitezza di perfetti, neppure per i nostri meriti. Anche del bene non siamo se non fruitori.

♦   Se diciamo che la salvezza è frutto della misericordia del Signore, infinita, inesauribile, dovremmo anche esser però convinti che il Paradiso è l’unica realtà che ci interessa. E che riguarda tutti. Suffragati dal fatto che, nei Suoi interventi prodigiosi, Gesù ha sempre cominciato l’opera Sua benefica proprio dagli ultimi, l’eguale potrebbe essere quando avrà inizio il nostro vero Natale in Cielo. I primi potrebbero essere proprio i più “battuti dalla vita”, anche a livello di comportamento ed atteggiamento morale, senza nessun’altra graduatoria.

     Che, se poi, teniamo in conto come la libertà si sia resa più convulsa e quasi stordita, in quanto i nostri milieu di vita sono tutti parecchio male contagiati, fino a non aver più né criterio, né discernimento, se l’esercizio di coscienza s’è vanificato o addirittura cancellato, c’è solo e soltanto la misericordia dall’Alto che può farci posto.

♦   Per tornare a noi, sul nostro modo di dire i morti, i defunti, dovremmo davvero usare un tutt’altro linguaggio: i passati Oltre, i nati in Paradiso, i salvati… Più che alla comprensibile mestizia, andrebbe dato il posto alla gioia.

♦   Su questi temi, alzeremo l’attenzione soprattutto durante il week end di novembre (da venerdì 9 alle 18, fino a domenica, a pranzo ultimato). Le porte sono aperte per tutti. Tra l’altro, Monica, nel frattempo, ha ottenuto il master in tanatologia (= scienza del morire) e quindi ci sarà ancor più ricca di tanti aspetti che s’accompagnano a questo evento così unico e singolare.

♦   Sempre ben salutato, c’è uno dei tradizionali weekend sposi (dal 2 al 4).

♦   Con domenica 18 hanno inizio anche i pomeriggi con gli “sposi navigati” (dai 30/35 anni di matrimonio in su).

♦   Ospitiamo altresì per gli esercizi i “preti del Prado” (da domenica 11 a venerdì 16).

♦   A fine-mese c’è un altro gruppo di Cursillos: dalle ore 17 del 28 in avanti.

♦   C’è ancora tanto dell’altro, ma i cui interessati hanno chi porta loro l’invito.

♦   Invitati a ricordare e a pregare per tutti i nostri “passati Oltre”, non ci dimentichiamo di raccomandare a loro di intercedere per noi e per i giorni che ci restano da vivere ancora su questa terra.

 Un grazie dal cuore e tanti cari saluti a tutti.

Luigino don

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