Newsletter - Novembre 2023
° Novembre vorrebbe essere di marca più che buona. L’immagine cui potremmo rifarci è quella di un crinale molto singolare: alto, acuto come un coltello, a lama stretta in parecchie delle sue propaggini. Il percorrerlo sembra non essere di tutti, o per indotte vertigini, o per il poco spazio che presta ai piedi, spesso in bilico, e quindi con non poche angustianti paure. E’ un andare da persone molto esperte ed accorte. Nei momenti di qualche obbligata sosta, per riprendersi un po’, il sole trasforma lo sguardo che inneggia ad una indescrivibile bellezza, così speciale che nessuna parola riesce a descrivere. Oltre al fruscio del vento, a quell’altezza, il silenzio si impone in tutta la sua profondità terapeutizzante.
° Il crinale sta tra vita santa e morte nientificante? C’è da salutare per prima la morte. Non è ostile anche se le stagioni che può conteggiare non sono sempre tanto chiare. La vita stessa è spesso tutta un sobbalzo. Dovrebbe avere tutti i crismi più positivi, ed invece, sono ben pochi i contenti di vivere. Sembra che spesso sia un problema e non di poco conto. Si spiegano così anche le morti anticipate. I motivi, se pur si conoscono, non sono da delegittimare in fretta. Aldilà di come essa può raggiungerci, ha tuttavia un compito meraviglioso, attraente: aprire la porta della luce. La morte non è una discarica, è un approdo benefico, sorprendente. Finalmente noi, nelle diverse misure in cui l’andremo a sperimentare, non ci dissolviamo, ma nasciamo in una nuova condizione di vita, nella quale, tutto il negativo scomparirà. E noi, finalmente giunti a compimento, avremo solo felicità da spartire, quella che ci apparenta con Dio, esplicitamente con Dio stesso: “figli nel Figlio”. Egli ci Si disvelerà, la sua misteriosità si dipanerà interamente, noi finalmente verremo saziati dalla verità tutta intera. Fummo creati ad immagine e secondo somiglianza di Dio, noi siamo segnati dalla divinizzazione: saremo figli divinizzati. Non figli adottati. Avevamo magari trascurato la nostra profonda identità. Ora però scatta il tempo di assaporarla, di rendercene perfettamente consapevoli.
° Il crinale ci permette di comprendere la santità che ci attraversa e che ci manifesterà. La santità dice l’attesa che Dio coltiva, da par Suo, di tutti, nessuno escluso. La Sua misericordia è immensa ed infinitamente grande. Non c’entrano titoli, incarichi, meriti e quant’altro forse abbiamo inseguito spasmodicamente per essere un qualcuno su questa terra. Dio, con il Suo sguardo, ci trasforma. Chi ha lo sguardo raffinato, mentre coglie anche i particolari meno evidenti, evidenzia soprattutto i tratti più belli, le espressioni più armonizzate, i colori più spettacolari, molto adatti a dire simbolicamente la bellezza che ogni esistenza ha fatto del suo meglio per esplicitare e di cui far godere i magnifici riflessi anche agli altri.
° Chissà se al crinale cui si presta novembre, permettiamo di aiutarci intanto a tentare un utile, prezioso esame di coscienza, come un tempo ci veniva con insistenza raccomandato. Perché non chiedere a novembre la grazia, pur se ormai del tutto desueta, di consentirci un fruttuoso esame di coscienza? Qualche domanda potrebbe tornarci più che giovevole. Non ci manchi risposta almeno a qualche domanda. Tu chi sei, chi credi di essere, chi e come vorresti essere? La vita, anche questa è verità più che esplicita, non è tua, non ti appartiene. Ti è data in appalto. Te ne stai rendendo conto che non la puoi vivere appena in funzione di Te, per i Tuoi scopi, per i Tuoi egotici interessi. Sai che è un dono e, come tale, sei chiamato a spenderla? La stai compiendo questa operazione. Per chi stai vivendo e perché? Ti stai dando degli impegni ben individuati. Ma con quale scopo? In funzione di che? Lo stesso bisognerebbe farlo valere per i propositi assunti. Quali stai portando a buon fine? La vita corre sul filo di consapevolezza e di non poche responsabilità. Le hai ben chiare le Tue, o Ti stai trascinando come un mollusco, senza spina dorsale, al come viene, che vada?
° Sarà a motivo della vecchiaia, che incalza sempre di più, o per altro, trovo che in questo tempo di superficialità obbrobriosa, di compromessi all’ordine del giorno, di questo trionfo di tante libertà del tutto indotte ad essere tristemente selvagge, non si può far finta di niente. Lasciar che le coscienze si inaridiscano con mille pretesti mistificatori, è l’umano che ci sta rimettendo e che dovremmo, per contro, lasciar trasparire. Sta trionfando il peggio delle forme disumanizzanti. La sera che i TG rendevano noti gli sgozzamenti di tutti quei bimbi, arrivavano gli echi di una festosità sciocca e balorda, di una musica che si rivendicava tale, sonora, esilarante, insulsa, per non dirla caoticamente stordimento alienante, come se il mondo di queste gioie (ma quali?) potesse mai incontrare questa esposizione disumana ed orribile di vite massacrate con una odiosità tipica proprio delle bestie inferocite.
° Il prossimo 29, domenica, siamo ben lieti di iniziare il percorso su “Sorella morte”. La d.ssa Cornali Monica guiderà le tematiche previste dai 4 incontri. La contentezza saluta il bel numero di partecipanti (ben oltre la ventina), tutti ben convinti che una verità così complessa sia affrontata nei termini di compimento, di felicità del tutto riscattata dal male che su questa terra sta diventando sempre più dirompente. La morte ha il prezioso compito di traghettarci in una nuova condizione di vita, ricca di luce, di pienezza. Ci porterà al disvelamento luminoso di questo mistero. Il più affettuoso benvenuto quindi a quanti a quanti cercano luce per questa avventura.
° Questo mese vorrebbe risvegliare memorie altre. Partirei proprio da un evento che un tempo fioriva molto spesso sulle labbra: “Vita breve, morte certa”. E perché oggi farci scaramantici con tanta veemente sicurezza? La si teme, quando essa è invece chiamata ad essere il coronamento di ogni vita, che è tale, solo se la morte non può dire la parola definitiva della fine. La morte apre alla Promessa. Ma non mi voglio ripetere. Memoria dei nostri andati Oltre. Avviene un’altra condizione di vita. E sarà riscattata da tutto il male che può averla intaccata. Ricordare i nostri “messi fuori uso” (= de-functi). Perché sono nella pienezza della pace, della felicità più inesplorata sulla terra. Ricordare tutti i defunti: la maggior parte non ha più nessuno che vegli con e per loro. Ricordare equivale a “portare vicino al cuore”.
Dove Dio, con e nel Suo Cielo, ci attende tutti!
Luigino don