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Newsletter - Ottobre 2017

♦    Mentre Vi porgo il più caro buongiorno, gradirei da Voi qualche osservazione, suggestione, correzione, a seguito di quanto, in vigilata discrezione, ho cercato di mandarVi anche questo mese attraverso le “note” della nostra newsletter.

     So che a nessuno manca un perché: non me ne sento capace, non ho tempo, sono saturo di cose come questa: me ne arrivano troppe. E giù di lì.

♦   Inutile dirVi che, a me personalmente, ma anche agli altri amici della casa, farebbe immenso piacere, ricevere le voci di cui potete farVi tramite. Si tratterebbe di un prezioso aiuto vicendevole, soprattutto per quelle volte che, dietro la colluvie comunicativa che ci smarca, ci passa la voglia di interessarci a qualcosa, di non far più tesoro di niente.

♦   Dicendo che anche un sito molto dimesso come è il nostro, ha senso nella misura in cui lo si può dire social: realtà cioè che mette cioè in relazione, stabilisce dei collegamenti validi.

♦   Si tratterebbe non di mettere un eventuale esperto, se lo è, di fronte ai suoi zelanti interlocutori, ma di fratelli con i quali darci una mano per indovinare meglio quanto ci sta passando in cuore, di quanto avvertiamo di significativo interesse, di utile per la vita. Non mi allargo troppo. Ma se, come si sente dire spesso, è vero che, sul mercato delle notizie o delle informazioni, passa di tutto, di più e di peggio, a tal punto che il male sembra non aver più paletti, né confini, potremo, molto umilmente, far girare eventi, fatti che hanno il buon sapore del pane fresco, tutto il profumo grato di qualche bel fiore, grazie alla vita che, nonostante tutto, riesce a farcene ancora dono. Si tratterebbe di raccontarci qualcosa della vita, desiderando su di essa lo stesso sguardo di Colui che ce l’ha donata.

♦    Il mondo della comunicazione sta interessando all’impossibile e in forme, spesso del tutto molto paludose. Rischia di fare il gigante vinci tutti, nel bene e purtroppo nel male, che, quasi valanga, di persone ne travolge proprio molte. I cosiddetti social rischiano di far fare strada sempre più ampia al mondo dell’inciviltà meno rispettosa. La libertà, sempre più smodata, dovrebbe venir nominata per via delle schiavitù che genera, in quanto si va sbarazzando di ogni discernimento. Son tutti temi e vicende che si stanno purtroppo accavallando. E quindi a riguardo ci basti il cenno. Arginare forse non si riesce. Ma dare forza alla speranza ci chiama tutti in causa.

♦    In qualche ambiente, se non ti stai attento a nominare il Vangelo, rischi reazioni e battutacce sgradevoli, quando non peggio. E non basterà certo una delle domeniche dedicate a promuoverne la diffusione per risolvere l’impegno. E’ proprio la pratica concreta ed assidua che sta deludendo parecchio.

♦   L’anno pastorale cerca di far centro sui giovani. Le forze più disponibili e motivate, stanno dando fiato al Sinodo che il Papa ha loro proposto. Una delle ultime domeniche, in cui ho celebrato l’Eucaristia fuori-casa, la presenza di tre giovani mi ha quasi commosso. Lo so che ci sono, fortunatamente, anche numeri più densi e più motivati. Dire che c’è il male e cercar di assorbirlo, son due aspetti molto diversi. La parola più usata la chiamiamo spesso anche noi speranza. I giovani, come ne sentono la praticabilità, ci si buttano a capofitto e con animo inappuntabile. Un esempio eclatante: il terremoto ha messo in cuore, soprattutto ai giovani, l’impegno di farsi trovare operosi e generosi da non dirsi. Hanno testa, cuore, volontà: che sanno, all’occasione, ben usare. Dovremmo starci più attenti a fortificare insieme con loro queste belle dimensioni.

     Lamentele, lagnanze non servono a niente: solo a rabbuiare ancor di peggio coloro cui è stata rubata ogni possibilità buona. Anche i predicozzi, poco che li feriscano, li prostrano e, se anche non arrivano a ricatti espliciti, si fanno in fretta molto tristi ed ancor di peggio avviliti. Bisognerebbe, invece, che noi adulti/anziani ci chiedessimo con coraggio se e quale tempo abbiamo trascorso al loro fianco per rassicurarli, incoraggiarli, sostenerli, orientarli, aiutarli con garbo.

     Di solito, quando si vuol dire della nostra civiltà alquanto malandata, tutti gli adulti metterebbero sul banco degli imputati i giovani. Proviamo piuttosto a controllare che tipo di eredità è quella che ci preme lasciar loro, pur se si stesse beccando il meglio ed il di più delle nostre preoccupazioni, del nostro lavoro. Anche a riguardo il tema chiederebbe più di qualche slargo.

♦   Quanto fin qui, può però decisamente bastare. So che dirle queste cose, non è risolverle. Ciascuno però, proprio perché avverte come sia greve la situazione, potrebbe darsi cura anche di un solo aspetto e metterci mano per quanto gli è possibile. Anche una sola parola a volte può bastare. Poi non bisognerebbe che ci lasciassimo prendere in contro piede: la coerenza è quella che decide della correttezza di chicchessia. Poi c’è anche Dio: e ci converrebbe tenercelo per primo, affidandoci a Lui con fiducia.

      Ci rimarrebbe, infine, testimoniare la vita cristiana, mai come peso, come sottomissione ad un oscuro potere, ma nella giovialità, nella serenità, così da renderla più appetibile, più vivibile, più capace di attrattiva dappertutto.

♦    Per le attività, iniziative di Villa S.Carlo, non è affatto difficile informarsi e, all’occasione, prendervi parte, anche se non abbiamo tanti mezzi per raggiungerVi. Gli amici, per esempio, a che servono, se usano il cellulare, appena per avvertirvi di un raffreddore che si son beccati? Altre volte Vi ho detto del “sito”, de La Voce dei Berici, di radio Oreb, dei Vostri preti. Questi ultimi forse è meglio che li lasciate in pace: sono pochi e non hanno mai finito. Si potrebbe, ad ogni buon conto, passare la parola a chi compila i foglietto settimanale della parrocchia, se trovate qualche divagazione interessante anche per Villa S.Carlo. Poi ci sono i gruppi degli habitués: sarebbero felici anche loro se qualche altro si aggiungesse a loro. So bene che il tempo, gli impegni remano contro: volendo però si può andare in capo al mondo. Da ultimo, perché non cercate di allargate i confini di questa newsletter, raccomandando a chi volete di iscriversi?

♦    Mi restano i saluti: mi piacciono graditi e benedetti per tutti. Ciao.

Luigino don

 

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