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Newsletter - Settembre 2020

°    Questo mese Maria ci invita ad affidarlo interamente a Lei, facendo tesoro della catena dolce che, con Lei, ci riannoda di continuo a Lui. Il rosario non è una pratica da trascurare, addirittura da eliminare, ma da pregare con più fiducia di sempre, dal momento che gli stessi eventi ci portano a farne intensa pratica. In altri tempi, le nostre famiglie facevano quadrato pregando insieme il rosario. La preghiera fa sempre immenso bene: ci apre alla speranza che non delude. Il rosario, in particolare, fa sciogliere il cuore nelle sue durezze, nei suoi affaticamenti, nelle sue amare delusioni, fa scivolar via tensioni, contrasti, conflitti, rende più distesi gli stessi volti… Piano, piano ci trasforma.

°   Ottobre ci richiama poi tutti alla missione. Prendendo coscienza della nostra incorporazione a Gesù Cristo, dovremmo renderci tutti disponibili a vivere sul serio, ciascuna e ciascuno, la nostra vocazione cristiana. Dovremo farci memoria viva ed entusiasta della vita e del Vangelo di Gesù. I sacramenti hanno tutti questo stesso scopo. Il pane ed il vino eucaristici, in particolare, ci rinnovano ogni volta il mandato di Gesù: Fate questo in memoria di me. Siate Voi, assimilandoVi a me, a ripresentarmi attraverso di Voi, con il meglio delle Vostre vite.

°   Questa consegna meriterebbe ogni tanto la verifica, l’esplorazione della vocazione che caratterizza ognuna, ognuno di noi, nessuno escluso. Se siamo cristiani non possiamo esimerci dalla missione che ne consegue. Un tempo in cui c’erano tanti preti e consacrati, si pretendeva soprattutto da questi di rendere visibile Gesù. Ai laici, in esplicito e totale subordine, era affidato il mondo, la consacrazione delle realtà dei diversi ambiti operativi, legati prevalentemente al mondo. La comunità cristiana andrebbe oggi in perdita totale, se rinunciasse di far posto al compito variegato che nel mondo ed anche nella chiesa possono, e devono/dovrebbero, prendere in carico i laici.

°   Li si nomina di continuo, fino a metterne in cristi più d’uno, perché, in effetti, chi è che poi affida loro un compito che dia peso alla loro responsabilità? Quanto e chi li sostiene nell’opera da compiere e nello svolgimento di essa, qualora se ne ravvisasse l’opportunità?

°   Ci sarebbe forse poco da dire se la stessa assemblea eucaristica venisse presieduta da laici convintamente cristiani. Chi celebra è il popolo dei credenti. Perché non potrebbe presiedere l’assemblea liturgica un laico? Le ammucchiate pastorali non fanno altro che sfiancare in fretta i pochi preti rimasti e ad allontanare i migliori habitués eucaristici: gli anziani e i bimbi/ragazzetti. Questi difficilmente troverebbero, anche solo in caso ci cattivo tempo, chi s’offrisse di portarli in chiesa.

°   E bisognerebbe por mano anche al sacramento della penitenza, così svigorito, frettoloso, quando non sia del tutto e sempre assente il ministro che si fa trovare a disposizione. Forse, proprio per l’individualismo, forse per le plurime forme strutturali di egoismo, che per prima la paura e la solitudine alimentano, trovano nido ben caldo sempre nuove patologie. Poi in campo c’è proprio la mancanza di persone cui confidarsi, capaci di ascoltare anche terribili drammi psichici. Diversamente questi innumerevoli disagi potrebbero averne una qualche risoluzione, se appunto chi si desse a raccogliere queste confidenze, potesse farsene paziente, attento e amorevole uditore. Anche nella confessione, più che peccati, i penitenti raccontano sofferenze.

°   Cristiani non si è, senza farsi missionari. Purtroppo anche i praticanti vivono spesso molto passivamente, limitandosi a tre comportamenti, diciamoli di base: le riunioni d’obbligo, la S. Messa domenicale/festiva, le elemosine, unite a qualche improvvisazione accanto al gruppo dei volontari assidui. Per la carta d’identità del cristiano, ci sarebbe già fin di troppo, considerando gli stessi praticanti. Sarebbe come se, per avere la patente, bastassero due guide e nulla più, tra l’altro, con un’auto super-accessoriata e molto tecnicamente sofisticata.

°   Di questo passo, lo spopolamento è già molto avanzato. Culle sempre più vuote e chiese sempre più chiuse. Se non si attivano tante buone e nuove disponibilità, a partire dalle parrocchie meno numerose e più lontane, siamo già al canto finale. Non si tratta di pessimismo, ma di dato di realtà più che evidente. Anche il ripiego sulle Ss. Messe “secche”, praticamente con la sola parola, non sta avendo più di tanti esiti plausibili. E a dire che fummo una delle diocesi che ha potuto inviare folle di missionari e di missionarie di rilievo, pressoché in tutto il mondo. I missionari adesso non si trovano nemmeno in casa. Genitori che non educano, cui stanno a cuore solo figli dal risultato appena mondano sicuro. Non desidero slargare la lagna. Ve ne chiedo venia. Il nostro Dio non è ancora capace di usare la bacchetta magica. Meno male!

°   Ricordiamo a tutti che sono aperte le iscrizioni al percorso per la preparazione, da cristiani, al matrimonio. Inizieremo, e speriamo che il Covid ce lo permetta, il 10 gennaio 2021. Termineremo con il 14 febbraio, festa di S. Valentino, cara a tutti i fidanzati, per ragioni però per niente di carattere spirituale.

°   Più vicini come data, inizieremo l’11 ottobre prossimo, i 4 incontri legati al nostro compimento su questa terra. Ci faremo attenti a quanto comporta l’ars moriendi. A farcene parola sarà la d.ssa Monica Cornali, psicologa/tanatologa.

Il buongiornissimo a tutti, senza il fiato “grosso”!

Luigino don

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