Newsletter - Aprile 2021
° Pasqua (Pesach) è alle porte! Più che fermarci ai sicuri disagi ed evidenti problemi che il Covid continua a diffondere, lasciando spesso confuse anche le lingue più informate, potremmo appropriarci un pochino del significato che la festività non vorrebbe affatto né perdere, né trascurare completamente. Un primo termine la dice passaggio. Le porte segnate con il sangue, venivano oltrepassate dall’angelo della morte, che avrebbe invece fatto morire i primogeniti sia di ogni famiglia, sia di ogni tipo di animale, lì dove avevano i loro ricoveri. Gli Ebrei vennero così salvati dalla morte. Poterono pertanto dare inizio al grande esodo dalla terra della pesante schiavitù subita e, dopo 430 anni, assaporare la liberazione, cantare la libertà che Dio aveva potuto finalmente donare a questo popolo di elezione.
° Quanto arduo fu però strappare l’Egitto dal cuore degli Ebrei! Come se prediligessero la schiavitù e desiderassero screditare la libertà.
° Anche oggi sussiste il grande dilemma: siamo liberi, oppure no? Sembra vincere la libertà avvelenata, o quanto meno contaminata. I tuoi figli, Signore non sono cattivi, sono fragili, si ingannano facilmente! Ti ritengono esoso, esigente, troppo rigoroso. Desiderano scavalcare ogni paletto. La libertà è invece un dono, una conquista: non basta far schioccare due dita. Richiede discernimento, consapevolezza, responsabilità. Realtà queste che vanno acquisite a frutto di convincimenti, di esperienze positive e piano, piano, gradualmente. Se no, si resta facilmente giocati.
° Gli ideali vanno sottoposti a buon filtro, soprattutto quando si vive costretti da frenesia, fretta, quando ci si accorge di farneticare, di essere un po’ in confusione, soprattutto in vigilia di decisioni importanti rispetto alla vita. Bisogna snellire un po’ i tempi, darsi qualche verifica, offrirsi qualche dovuta esplorazione, per non procedere troppo a casaccio. La vita va filtrata, ben pesata, senza facili sbadataggini, o troppa disinvoltura.
° Pasqua è un favorevole richiamo a metterci in marcia, costi quel che costi. E’ invito a dar il peso che merita la vita di ogni giorno, a non mancare occasioni favorevoli, a dare continuità a propositi importanti, a far incetta di coerenza e di umile perseveranza ai giorni più impegnativi, a far crescere la speranza, a dare buon fondamento alla capacità di bene, a far tesoro della grazia del Cielo. La vita è una sola, è anche tanto breve, passa in fretta, che quasi si stenta ad accorgersene. E’ un dono fondamentale. Conviene trascorrerla meglio che ci è possibile. La si è ricevuta. La dovremmo trasformare in dono per i prossimi che ci vengono dati da amare. Quando diventassimo causa di una qualche sofferenza, o fastidio per coloro che spartiscono la vita con noi, s’ha da correre in fretta ai ripari per renderli contenti, fiduciosi e non amareggiarli oltre.
° Qualora però fossero loro a farci soffrire, pretendendo quasi che fossimo succubi dei loro infelici modi di agire o di parlare con noi, bisognerebbe trovare modo e misura per renderli consapevoli, per far sì che avessero a correggersi. Se però tutto si riducesse solo a inutile e amara fatica, è meglio lasciarli percorrere la loro strada, senza simulare però che la si condivida.
° Le loro eventuali ragioni si eviti però di giudicarle. Vanno considerate con lo sguardo di Dio Amore. Le ragioni che non si è in grado di poter affatto condividere, vanno messe soltanto nelle mani del Padre. Interferire è fortemente scelta peggiore. Ci si inarca, insolentiti, si vive tesi ed arrabbiati, si diventa anche dannosamente ossessivi, soprattutto quando si pensasse di portare la causa addirittura in tribunale.
° In tal modo, la Pasqua che celebriamo nel tempo, ci fa scoprire il desiderio più grande che il Cielo ci scrive continuamente in cuore: sei un capolavoro, una poesia, sei un figlio divinizzato, sei immagine mia e somiglianza mia. Ti ho preparato un posto nel mio regno di luce e di pace. La felicità sarà il tuo distintivo nuovo. Finalmente gusterai pienezza e compimento. Nessun male più ti toccherà. Le lacrime non ti intristiranno mai più. Non conoscerai più né ansia, né paure, né fastidio di qualche sorte. Sarai nel Figlio mio unigenito, mio figlioletto amatissimo anche tu. La mia gioia sarà tua e la canterai dolcissimamente con tutti gli altri santificati dal mio amore.
° E’ davvero l’atteggiamento che la Pasqua rende il migliore. Da pellegrini e forestieri in una terra sterile e umanamente arida e dura, ci lasciamo attrarre dalla terra/Cielo di Dio, dal Suo futuro. Per gustare profondamente la liberazione, la libertà più vera, in una condizione impensabilmente riscattata da tutto il male, che può aver contrassegnato la nostra breve e difficile storia di vita su questa nostra terra.
° Fatti esperti della terribile schiavitù in cui Covid pare voglia continuare a tenerci, il respiro si nutra della Promessa che ci viene dal Signore: Il Figlio sarà Lui a liberarvi. Non ci sarà più né lutto, né lamento, né angoscia, né pianto. Dio, cui vi siete affidati, sarà tutto in tutti.
Luigino don
Buona e gioiosa Pasqua a tutti!
