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Newsletter - Aprile 2024

  Marzo, forse non se n’è neppure accorto, ultimando il suo tempo quest’anno, ci consegna il miglior regalo cristiano: la celebrazione della festa maggiore, la più solenne ed esclusiva, quella di Pasqua. Il significato equivale a passaggio, quello più decisivo, tra l’altro: la morte non è. E’ un sonno soltanto, non devi temere. Pasqua evidenzia il passaggio da questa terra, alla terra del Cielo. E’ inutile ribadirlo: è il mistero più speciale e significativo dei cosiddetti misteri cristiani, il più inedito soprattutto per chi si trovasse a non accoglierlo come possibile. Più che dilatare il tempo, diventa il richiamo ad una vita altra. La morte non è l’ultima vicenda, non ha l’ultima parola. Anzi! E’ la più triste, la più oscura. Ma si tratta di quella che apre ad una nuova condizione di vita, del tutto insondabile. Dopo il difficile, quasi sempre molto complicato tunnel del morire, Gesù, esprime affidabilissimo, sostenendo la vita radiosa, luminosa, felice, inattaccabile da sgomento, paura, dal problema che, per quello che è la morte, di fatto cancella sia ogni arroganza promettente per i pochi giorni terreni, destinati a che?, sia per i giorni più problematici, più terribilmente sofferti, più falliti, più amari, se non altro, per tutte le ingiustizie che segnano ogni vicenda, ogni vita, le più drammatiche e/o sfortunatissime.

  No, la morte ci svela il meglio, l’impensabile promessa, l’estasi di ogni sogno felice, la vittoria di tutto ciò che abbia potuto farci amarissimamente soltanto tribolati. Avviene l’indescrivibile cambio di stagione. Il Signore ci renderà partecipi, la parola stessa ci rende trepidanti e desideranti, della sua stessa vita eterna. Questo sentore ce lo portiamo scritto nelle profondità del nostro spirito. Ogni anelito terreno è niente a confronto di quelli che ci sobillano dentro con i loro previsti doni e cambiamenti radicali. La fede sente in maniera più esplicita e luminosa il suo compito: a tal punto, che ci sembra impossibile poterla accondiscendere. Dio ci tollera quasi confusi di fronte a questa Sua speciale Promessa. Ma non la ritira. Se ne serve per rincuorarci, per renderci sicuri di questo dono del tutto gratuito. Lo Spirito ce ne dà conferma, se Gli permettiamo di educarci a tutto ciò. E Gesù ce ne dà ulteriore certezza, ancor più ampia, avendo accettato la morte più immeritevole, il prezzo più terribile, pur di riscattarci e di renderci aperto il cuore a quanto Egli ci ha amati e ci ama, se noi ci fidiamo di questo Suo indescrivibile regalo. Sarà una meraviglia inaudita che solo la sua grandezza d’animo poteva prevedere per tutti noi.

  Mi vien da pensare che marzo si faccia bello nel regalare il dono più incantevole degli eventi cristiani ad aprile, quasi a chiedergli di essere quest’anno meno ridanciano del solito, soprattutto riguardo al “problema vita”, che nel suo fiorire, vien messa dal Cielo in relazione con i numerosi flussi terribili del morire. “Di là –corre il detto- non torna mai più nessuno!”. E nel commento a questo modo di dire, tornerebbe impegnativo riferire tutti gli sviluppi. Ma è proprio vero. Si tratta infatti dell’esperienza più unica, più singolare, da non barattare. In Cielo con Dio, con i santi che si può diventare, vien fuori il Paradiso! Da sempre, questo è la condizione che non trova l’eguale, neppure nelle ville più ambiziose, dei ricchi più sfondati. Il mistero, è indubbio: è ben più grande di noi, ci supera per quanto lo si possa immaginare, lo si possa credere, per quanto è eccelso Colui che ce lo garantisce. La vita, da avara, da troppo incarognita, si troverà senza alcun possibile confronto, rispetto alle nostre pur riuscite esperienze a riguardo. Consapevoli di questo, chiuderei questi inadeguati rimandi, gridando con il cuore, fattosi completamente riconoscente, con “Benedetto Dio per l’infinita Sua benevolenza verso ognuna delle Sue creature, alle quali, più languenti e misere, Egli riserva ogni Sua amorevolissima precedenza”.

  Aldilà di questi impoveriti dati, sui quali, fermarci converrebbe tantissimo, se non altro per i troppi attaccamenti che questa vita sulla terra si trova quasi ad imporci, con svariatissime e non sempre troppo contente conseguenze, è aprile a chiederci la linea. La vita cristiana non prosegue a brani, ma a progetti. Rivedere e tener fede ai propri propositi di crescita sanamente evolutiva e sempre migliorabile, è augurio da raccogliere anche con dosi programmate di silenzio, di riflessione, di meditazione… Come sto declinando il mio vivere, sempre tanto incerto, complesso, spesso troppo distonico, piegato verso ogni dove che comporti dosi non sufficienti di dedizione, di impegno, di responsabilità, rende squallido il tutto del nostro vivere. E’ il periodo che sta smagrendo tante buone occasioni di impegno, di formazione più convinta… La lista delle cose che non vanno, lo stiamo intuendo tutti, ne intuiamo i sintomi e gli esiti, purtroppo. Sembra che basti un po’ di caos, qualche audace contrapposizione, per dare contenuti alla vita! No! Ci vuole ben altro per riscattarla e darle di essere il più convintamente vivibile. Di pensieri, magari ne ospitiamo troppi, insieme alle troppe, inutili, solo dannose chiacchiere, mentre è la vita che ha bisogno di ritrovare il proprio meglio, per essere preziosa e ben utilizzata. Converrebbe mettere per iscritto anche una bozza di progetto di vita, per armonizzare soprattutto in forme generose, le relazioni che abbiamo. Si coglie l’impressione, per contro, che tutto sia niente: è questo il trionfo più audace nel rendere banale la vita: permetterle qualsiasi deriva. E’ difficile che tutto raggiunga il suo scopo, quando si moltiplicano i niente, magari ben programmati come proprio negativo stile abitudinario.

  Storie note: per documentarsi, avendone il desiderio, sulle proposte che Villa S.Carlo offre, è molto semplice. Anche telefonare è possibile. Ma anche dare un’occhiata a La Voce, ascoltare radio Oreb, sbirciare i foglietti delle parrocchie, informarsi da qualche prete… Mi diceva spesso una signora: “Volere è potere!”. Di un buon interesse, conviene sempre profittare! Alcune occasioni, non bisogna lasciarsele sfuggire. Anche la curiosità non è sempre un difetto. Dipende!

Facciamo concretamente largo a reali opere di pace, ad ogni livello!

Il bisogno è sempre più ricorrente. Sta passando per sciocca banalità anche ammazzare!

Dove si vuole arrivare?

Luigino don

 

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