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Newsletter - Dicembre 2019

°   Gloria Dei vivens homo. Vita autem hominis visio Dei” (= Gloria di Dio è l’uomo vivente. La vita poi dell’uomo è la visione di Dio) (S.Ireneo di Lione, Adversus haereses, I4, 20,7). A me suona bene questa convinzione che, pur venendoci da molto lontano, ritengo molto indovinata, perché può dirci il Vero Natale, di cui in questo mese tutto s’infervora in mille modi, anche molto fuorvianti, rispetto al significato vero che l’evento torna a proporci. O logos sarx eghéneto (Gv 1,14) dice Giovanni. Quanto di meglio poteva venirci dal Cielo, si è fatto sarx (= carne), fragilità, debolezza, caducità, e anche peccato, anche maledizione, perché anche tutto ciò, che più si manifesta nella nostra umanità, come insolvibile, tutto ricuperasse la più vera sostanza, di cui ogni uomo è compenetrato. L’immergersi del Figlio di Dio in tutti i nostri vissuti, anche i più squallidi, ha inteso trasformarci nella nostra migliore identità: filii in Filio, figli nel Figlio, divinizzati, quindi! 

°   Riprendo così, l’iniziale citazione di Ireneo: l’uomo, la donna viventi, e c’è vita e vita, ma permetterci esclusioni, scalette e preminenza e ingiustizie di sorta, è e sarebbe il nostro vero “inferno di oggi”, dal momento che tutti siamo lo splendore di Dio, l’interesse Suo più grande, e ciò che ha più peso (= kabod = doxa = gloria) per Iddio. Per essere quindi, equiparati a Lui, dovremmo farci obbligo di aspirare di vedere Dio. Quale altra destinazione plausibile potremmo mai aspettarci, diversamente, dopo l’esito nostro da questo mondo? 

°   Il Figlio di Dio ci fa, per questo, da specchio: è venuto per darci due righe dritte di umanizzazione e per incrementare in noi il nostro desiderio più grande, anche se impoverito di attenzione, di cura, che solo può essere la nostra unica destinazione: essere per sempre, con Lui, il nostro vero ed affidabile Paradiso. 

°   Gesù, il Figlio Benedetto dell’Eterno, s’è fatto uno di noi, per farci partecipi della meravigliosa nostra destinazione in Lui. E perché, vivendo Egli su questa terra come noi, ci lasciassimo invadere dal Cielo, come nostra insuperabile Felicità, come nostra unica inimmaginabile destinazione, conducendo una vita buona e virtuosa. 

°   Fatti ad immagine e secondo somiglianza di Dio, a dispetto di tutte le confusioni, incontrare e/o subite, Dio solo può strapparci da esse ed orientarci a Lui, in ogni nostro passo. La nostra storia di vita, solo su questa traccia può arrivare al meglio di se stessa: dalla creazione iniziale, attraverso l’esistenza di Gesù e poggiando tutto su di Lui, eccoci così al nostro compimento con Lui nel Cielo, a gloria del Padre e sostenuti dalle energie plurime, che lo Spirito Santo ci dà in dono. 

°   Il tempo di Avvento diventi il richiamo, che manifesta i misteri del Regno, ed anche il mistero, che siamo ognuna/o di noi. Ogni domenica di Avvento ci aiuti a levare bene il capo verso il Cielo dei Cieli: la nostra liberazione, passo passo, ci diventi sempre più prossima e la più desiderabile. 

°   Nel periodo, che ha vissuto su questa terra, Gesù ha iniziato la propria esperienza da misero: una capanna di pastori, ma non mancò il cuore caldo di Maria e di Giuseppe. Il luogo poi, del suo insensato martirio si trovava fuori delle mura di Gerusalemme. Dei suoi, solo sua Madre, Giovanni, il discepolo più giovane: tutti gli altri, lontani e dimentichi! Per Lui non si è trovato nessun posto, che non ricordasse soprattutto i poveri, i derelitti, i fuori-casta, i marginalizzati, i malati, i vessati di ogni ordine e grado, gli esclusi, i maltrattati, gli ignorati, i senza nessuno, gli abbandonati… I bassifondi della storia di sempre li ha tutti riempiti con il Suo sguardo di luce. Ce n’è per tutti i disgusti. Che non ci sfuggano, per amore del nome di Gesù, il Salvatore distratti come spesso ci facciamo.

°   Natale è anche il tempo più indicato per aprire il cuore, non solo verso i propri, ma anche per i derelittti. E’ il tempo migliore per allargare anche qualche tasca. 

°   E si arriva al Capodanno, occasione di stordimento, diffusamente collettivo purtroppo, quando invece la chiesa mette in evidenza in questo festoso inizio, S. Maria, affidandoLe la giornata perché ci diamo a continuare, con più consapevole responsabilità, ad invocare e a perseguire sentieri di pace, in noi e per il mondo intero. 

°   Anno nuovo, vita nuova! Il “nuovo autentico”, non va legato al calendario, quanto al volere, decisione del cuore, cambiare in meglio, o a dare il meglio della nostra stessa vita, a chi ne attraversa accanto a noi le stesse vicende, complicate e problematiche, che non mancano mai.

°   Il 12 gennaio inizia il percorso di preparazione al matrimonio cristiano. Agli interessati chiediamo il favore di affrettare la loro iscrizione, passando per tempo qui in Villa.

°   Subito dopo il S. Natale, il ritmo delle iniziative e proposte dal programma, si fa più intenso. Ringraziamo radio Oreb, La Voce dei Berici, il sito di Villa S. Carlo, che ce ne danno settimanalmente i dettagli. Ci sono poi alle porte di ogni chiesa frequentata le locandine da tener sotto occhio e c’è soprattutto il buon contagio del passa-parola.

°   Appena prima di Natale, festeggio il 50° anniversario del mio essere prete. Chi se ne ricorda, non mi risparmi nessuna supplica e preghiera di buona intercessione. Metto in campo tanta grande gratitudine verso tutti.

 

GLI AUGURI GIUNGANO A TUTTI VOI, A SCROSCIO ABBONDANTE, BENEFICO

L’avventura cristiana si fa contemporanea della nascita di Gesù tra noi! 

Luigino don

 

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