Newsletter - Dicembre 2023

°   Dicembre – I cieli si aprono. Il Figlio dell’Eterno desidera sprigionarsi dal cielo e gode nel poter finalmente venire a visitare la terra! E’ Maria, che si fa grembo ospitale per questo bimbo. E’ Lei la benedetta, carica di nostalgia, che per quel poco che ha potuto intuire, si è resa capace di una fiducia che sa di mistero e si offre quindi perché Gesù, il bimbo, l’atteso, gonfi la terra di speranza e ricuperi per tutti la nostalgia del Cielo. Cielo e terra si inanellano e cercano di potersi conoscere, intrecciare per il meglio di entrambi.

°   Un tempo, un figlio era benedizione. Per nascere, il pianto ancora adesso, che le culle rischiano il gelo, è un segno d’obbligo. Il grembo, gravido, si sgravida e, se il dolore gli si impone, è un dolore che, appena dopo, moltiplica la gioia. E’ nato un figlio. Ci è stato donato un figlio del Cielo. Un figlio, un tempo bisogna dire, era una benedizione. Travaglio a parte, un figlio moltiplicava la speranza, era mano generosa, cresceva sereno e ricco di semplicità, tutta generosa. Era autentica ricchezza, da ogni punto di vista. Adesso un figlio è diventato un problema. Meglio non generarne. Implica troppa fatica crescere un figlio. E poi Ti ruba quel po’ di tempo che senti in esclusiva come solo per Te. Anche perché la vita per mantenerlo, e non solo per le sue necessità più evidenti, per il fatto ché abitare la terra è sempre più una serie di acuti e gravosi pensieri, impegni, responsabilità tra le più  esigenti, chi mai riesce in questo arduo compito e costante impegno?

°   Che ne sarà di questo figlio? E le crisi si motivano tutte. Più che di mezzi un figlio abbisogna di persone che siano per lui, che siano esemplari, che conoscano bene che la vita intesse troppi bisogni, spesso sfianca e per darsi tempo prezioso, necessario, non si trova mai tempo. Un figlio è solo una grembata di cose con le quali riempirne i desideri, pur se non urgenti, meno necessari. Ci vogliono cose a non finire. NO! Ci vogliono persone che siano capaci di far capire il significato che deve ricuperare ogni vita. E questo chi mai glielo potrà far intendere, accenderne il desiderio? La compagnia da dedicare ad un figlio, perché si prenda a cuore la vita, è troppo problematica e difficile. E’ meglio non metterlo al mondo: verrebbe solo a tribolare e/o a far dannare chi lo ha generato.

°   Che sapienza folle ci sta prendendo tutti! La vita è un di più troppo costoso, troppo impegnativo. E così l’Italietta nostra, andando avanti con le sue vuote percentuali, rischia proprio, tra l’altro, la scomparizione totale di tutto il bene generazionale che aveva riccamente ereditato, anche se con povertà estrema, con sacrifici inenarrabili. D’altronde, quale profumo può mai reclamizzare, se pensa di rendersi tutto facile, tutto accessibile…? L’abbondanza moltiplica appena i vizi. Le persone viziate non sanno neppure per che cosa e, peggio, per chi, dovrebbero vivere. Si teme lo star male e si finisce nel peggio. Si diventa violenti per un nonnulla, esigenti per situazioni che non meritano, prevaricatori in quanto altri hanno ricchezza in eccesso, mentre tu hai bisogno di tirar la cinghia. Non rifiuti neppur mezza volta ad essere pretenzioso, mai contento, insoddisfatto. Tu hai la vocazione del personaggio che vada per la maggiore, che sia invidiato, temuto, isolato perché unico nella propria protervia, nel proprio facile inganno.

°   Natale? Ma quale? Quello delle abbuffate malefiche, degli ozi sciocchi e stupidi, Una festa sempre più ed esclusivamente pagana. Ma quale Cielo? Quale sarebbe il Cielo da cui lasciarci invaghire? E se la nostra indovinata vera nascita, che ponga la firma su di una vita sghemba, tutta ripiegata, implosa, inutile, devastante, impossibile…, fosse la nostra vera destinazione in Cielo, se c’é lì anche quello che ci ha fatto piangere, se lì sperimentassimo finalmente il nostro compimento, una promessa che Dio ci riserva per il meglio di cui Egli ci fa partecipi, una condizione di vita, pur misteriosa, ma ricca solo di una felicità imperturbabile, di una gioiosità che il sogno rende ancora più luminosa e finalmente realizzata per essere desiderosi della pace più sicura ed autentica, nella gioia più semplice e più gustosa?

°   Se Gesù avesse voluto abitare un tempo nel tempo, per arricchirci del Suo tempo straordinariamente nuovo, del tutto misterioso e straordinariamente singolare, nella compagnia di ogni benedetta, di ogni benedetto? Se fosse davvero questa la nascita che aspiriamo a fare completamente nostra, grazie a Lui, chi mai si sentirebbe urtato da questa Promessa?  Se la morte stessa, anziché nostra nemica, la sentissimo come sorella, alla maniera di san Francesco, perché ci apre la porta della luce, volta a compiere ogni impensabile, magnifica speranza, che ci rende possibile una vita in pienezza, in cui né lacrime, né sofferenze, né tragedie non avranno più nessun senso? Non sarebbe quanto di meglio siamo appena in grado di formulare, per il fatto che il mistero, che racchiude, è ben più luminoso dell’oscurità in cui siamo soliti relegarlo?

°   Che possiamo augurarci un buon Natale. La nascita di Gesù, nella terra vergine che fu la vita della mamma Sua Benedetta, si accenda come luce meravigliosa in ogni nostro timore, vaneggiamento sciocco, perché, se ancora non ci ha preso, ci affascini del tutto, sempre, il Natale nostro in Cielo, insieme con il Dio di ogni tenerezza e coi santi che Egli ha rapito magari dopo una vita stentata e faticosa e amara.

 

Buon Natale, anche quest’anno,

ricco solo del desiderio di

essere anche ciascuna/o insieme con tutte e con tutti i Santi di ogni tempo!

Luigino don