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Newsletter - Marzo 2022

°   Le primule, qui in Villa, stanno facendo già capolino. Lo leggiamo come un segno molto buono, oltre tutte le temute alterazioni climatiche, il timore di una pandemia che sembra non volersi più ricredere, i molti problemi che spesso diventano ombra oscura anche per i più intrepidi. E’ notevole infatti il peso di tante vicende con cui la cronaca quotidianamente ci stordisce e non ci da pace (ci mancava anche che la lunga recrudescenza rendesse l’Ucraina un temuto “campo da guerra”), a motivo di troppa inconsulta tragicità, facendoci avvertire sempre più bisogno di speranza, di esplicita ripresa, di collaborazione vicendevole. Vediamo di sintonizzare al meglio i desideri del cuore con la direzione da dare alle migliori, pur se tante volte insperate, prospettive di vita.

°   Quaresima alle porte, ci dà il suo ottimo “visto” riguardo a questo tempo di grazia. Partiremo dall’imminente 2 marzo, vedendo di darci a rintracciare, a ricuperare strade migliori negli ambiti del nostro vivere. Sian pure pochi, ma convinti ed attuabili propositi, in merito a quello che ci sta deludendo umanamente e spiritualmente. Non ci vuole molta inventiva, né creatività. La tradizione, a volerla ricuperare, ce ne propone fin troppi e tutti, se li osserveremo, molto efficaci.

  • Il fondale potrebbe privilegiare molte forme penitenziali ed uno stile più sobrio di vita: si potrebbe dar campo per prima, ad una buona confessione. Rendendo più limpida la coscienza, si ottiene miglior energia per il bene da praticare. Su questa premessa, potrebbe essere questo il seguito: meno media (TV, tablet, cellulare usato scioccamente e morbosamente…; cibo essenziale, con possibile digiuno il mercoledì delle ceneri e venerdì santo; preghiera più di qualità e profondità, magari in famiglia tutti insieme; qualche paginetta meditativa; qualche testimonianza esemplare…).
  • Un aspetto davvero sorprendente lo hanno reso più che visibile, sotto mille bandiere, i numerosi volontari, nel darsi premura in tantissime declinazioni delle opere di misericordia, fino a trovarsi stremati, per far fronte a tante necessità e rilevanti bisogni. In questo ambito dobbiamo la più intensa riconoscenza, in particolare, al mondo della salute,che non s’è mai una volta risparmiato. Abbiamo tutti potuto notare sussulti di un’umanità generosa, coinvolta, sempre attenta e disponibile verso tutti.
  • Mi par di dover rilevare ora un progetto che sta accusando più difficoltà che consensi espliciti. Il Sinodo in atto, pare che non sappia più in che lingua dirsi. Dovrebbe essere un tempo che, dopo circa 50 anni, vorrebbe raccogliere finalmente i migliori desiderata” del Concilio Ecumenico Vaticano 2°. Vorrebbe cioè profittare del coinvolgimento di tutti, tutti invitati ed interpellati sulla fede e sulla vita cristiana nel loro esprimersi in questo tempo di evidente contrazione, soprattutto numerica, favorito dalla pandemia come causa principale. Lascia però ben intuire un abbandono consapevole, dovuto a cause molto più evidenti. Sta diventando il nostro, un cristianesimoinsonnolito, impigrito, stanco, senza più slancio, trascinato… a destra e a manca, per i motivi spesso più futili, senza formazione, dalla latitante e alternante testimonianza, resa in molti casi, tra l’altro, poco bene.
  • A chi si è offerto per questo lavoro di mettere insieme quanto la base (finalmente!) ha sentito di poter riportare a riguardo, vanno espressi i migliori auguri. Dovrebbero poter far luce sull’anima profonda dei cristiani che stanno più faticosamente sulla breccia, disposti a far ripartire il meglio della vita cristiana. E’ in atto non un’epoca di cambiamenti, ma il rivolgimento di un’epoca. Fino a ieri, preti, suore, gente del mestiere, ce n’erano in abbondanza. Ora la musica è del tutto cambiata. Se non ci fossero laici laici, non laici clericalizzati, le comunità meno numerose, e non solo queste, sarebbero sull’orlo dell’ultimo respiro. Son del parere che, se a celebrare la stessa Eucaristia, è il popolo che ha ancora fede, non sarebbe necessario un consacrato. Basterebbe uno/a che svolge l’ufficio di presidenza, coordinandone i diversi momenti celebrativi. Perché, per l’assenza di messe in tante parrocchie, non si potrebbe provvedere alla Eucaristia nella sua interezza, o con il diacono, se c’è, o con qualunque laico con la presenza di chi ancora vi prende parte?
  • Se si continua con la S.Messa “impoverita”, a breve, resteremo senza celebranti, sempre più pochi, sempre più vecchi e quasi affatto sostituibili, qual è la maggior parte rimasta..
  • Con marzo, siamo già vicinissimi a Pasqua. Non molto tempo fa, per la Pasqua, agli uomini soprattutto, che osservavano la proposta di ricevere l’Eucaristia, c’era una facilitazione: “… almeno a Pasqua”. Cui, con soddisfazione, alcuni aggiungevano: “… anca st’ano, go fato Pasqua!”. Anche quelli non erano tempi tanto speciali, se non per una vita cristiana minimale. Piuttosto che niente, certo, meglio piuttosto! Che cosa comporterebbe essere cristiani pasquali? Sei su questa terra come pellegrino e straniero. La Tua destinazione è il Paradiso. Ti ci stai preparando? Come? Non sbagliare questo epilogo. Non pensare all’ultimo tuo respiro, al tuo funerale, cercando un ferro da toccare, per scaramanzia!. Pensa all’Oltre che Dio desidera prepararti. Costruisci il Tuo Cielo fin d’ora. La terra non basta neppure al più garantito, al più ricco e despota… A riguardo sono stati pubblicati i due corsi sull’Ars moriendi, di cui s’è fatta apprezzata regista Monica Cornali, psicoterapeuta e tanatologa. Chi ne fosse interessato, varrebbe proprio la pena, ne può far richiesta presso Villa S.Carlo acquistando il riuscito libretto a 10 euro.
  • Per le proposte che Villa S.Carlo andrà attuando in questo mese, radio Oreb vi provvede quotidianamente, dando temi, orari e condizioni. Qualche richiamo più particolare lo fa anche La Voce dei Berici. Ed, infine, quanto mai utile è sempre il passa-parola. Se il richiamo vien fatto con passione, diventa efficace. Ringraziamo quanti se ne fanno ammirevole obbligo.

Vi formuliamo ogni incoraggiamento, ogni buon impegno e tanti lodevoli frutti

Luigino don

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