Newsletter - Novembre 2019

°   Ricorrono i giorni della memoria. I cimiteri ne fanno richiamo. Un ricordo, un riconoscente raccordo, una preghiera. Le chiacchiere sono proprio in più. Un po’ più di silenzio non farebbe proprio male. La morte è una realtà per tutti: prima o poi, sereni o tribolati, assistiti o abbandonati, l’evento riguarderà tutti, senza esclusione. Ed è una realtà di confine: finisce tutto, o siamo convinti che il futuro è nelle mani del Misericordioso? Mai stanchi di vivere, o stufi della vita nel tempo, anche disturbati, molto inquietati dalle ingiustizie, dalla più abbietta superficialità, dai comportamenti più iniqui, feroci e aberranti? Il senso della vita dove lo stiamo mettendo? Ma ce l’ha un senso la vita con cui finirebbe tutto?

°   Una volta tanto converrebbe indugiare nel ricercare una risposta un po’ più plausibile. Confermata e convalidata da noi, ciascuno come se la sta cercando o ‘costruendo’. Il “per sempre” su questa terra sta riducendo notevolmente la presa anche nelle scelte nostre su questa terra. Spazio e tempo, che sono le dimensioni più normali del nostro vivere, finiranno e scompariranno moltissime altre realtà: Ci son promessi cieli nuovi e terra nuova. Si cambierà quindi la nostra condizione di vivere, le modalità del nostro essere. Le cose passeranno tutte: il Signore sta preparando una cosa nuova. Gesù cerca anzi di rendere più articolato il tema: ”Vado a prepararvi un posto. E qui nasce un interrogativo obbligato. Nella “casa del Padre mio di posti ce ne son per tutti. Anche voi sarete dove sono io!”. Su questa conclusione, che incidenza avrà li nostro vivere storico-terreno? Lo orientiamo, o lo affrontiamo a casaccio, la nostra umanità la stiamo curando o lasciamo che resti esplicito qualunque nostro sgorbio; ci diamo a consapevolizzarci, a tendere verso il Cielo, sentendone il fascino, il richiamo più impensabile e stupendo, sorprendente, così che, su questa terra, mirando al Cielo, miriamo a prepararci a diventarne “cittadini”? Su questa terra, quindi, dovremmo diventare cittadini dei santi, in grado di far sbocciare solo ciò che è bene e che trova compiaciuto il Signore nostro Dio.

°   Non si finirebbe di dire. Ci dobbiamo accontentare della Parola di Gesù, tutta schermata dal mistero, tutti quindi a metterci in gioco perché ci si disveli questo dono supremo di Dio nella Sua impensabile e inenarrabile bellezza. Senza il futuro di Dio, non si riesce a vivere. Lo si vede in questo tempo di gradasso, diffuso nichilismo. Ma non serve aprire sul male che, in molti campi, rivela sempre di più cuori induriti e vuoti.

°   L’insieme di suggestioni riportate, motiva come più che interessante quanto, a nome di Villa S.Carlo, gradiremmo proporVi con il weekend che la d.ssa Monica Cornali, psicologa e tanatologa, terrà qui in Villa da venerdì 15 novembre prossimo (ore 18) a domenica 17 (fine pranzo). Il tema guida sarà: “Noia, noia, noia. Cielo, cielo cielo, ti prego: sii tu il senso di tutto”. Vi vorremmo in tanti a partecipare, come sempre. Magari a presenza continuata per dedicarVi ad una riflessione, silenziosa e personale, sempre molto benefica.

°   Metto qui un’altra proposta che riguarda coloro che si apprestano a celebrare il matrimonio cristiano. Si inizia domenica 12 gennaio 2020. Si prenda contatto con Villa S.Carlo (0444.971031), per l’iscrizione.

°   Sono iniziati gli incontri per gli sposi navigati. Un solo dispiacere che ci sian sempre meno coppie, quando invece la proposta accoglierebbe volentieri tutte le coppie dai 30 anni in avanti.

°   Un’altra storica e buona proposta riguarda giovani dai 20/25 in su: sta vivendo purtroppo un vistoso smagrimento.

°   Vi riporto ora un breve scritto che mi è piaciuto e così ho pensato di farVene partecipi. “Nasciamo come esseri appassionati. La nostra vita non avanza per ordini o divieti, ma per una passione. Non avanza per colpi di volontà, ma per attrazione. Io sono cristiano per attrazione. E l’attrazione, da che cosa nasce? Da una bellezza, almeno intravista. La passione per Dio nasce dall’aver scoperto la bellezza di Cristo. Dio non ci attira perché onnipotente, non ci seduce perché eterno o onnisciente. Dio ci seduce con il volto e la storia di Cristo. Lui è la bellezza che dice: è possibile vivere meglio, per tutti”. La vita avanza perché conquistata, perché qualcosa o qualcuno ci ha rubato il cuore, ci ha appassionati e ci attira. Perfino fede, speranza e carità non sono idee, anzi, secondo il filosofo Kieerkegaard: “La fede nell’infinita passione per l’esistente”.

°   Anche il seguente (di papa Benedetto XVI, Deus charitas est, n.217), mi pare vada in direzione analoga. “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica, o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”. Mi permetto un breve prosieguo. Per la vita cristiana, e per assaporarne la miglior spiritualità, conviene far base a partire dalla relazione intima con il Signore. Tutto il resto se no: il credo, le verità di fede, i riti, le celebrazioni, la vita morale, finiscono per perdere ogni significato. Resti invece e ancora Gesù “la via, la verità, la vita”. C’è il rischio, diversamente, di essere cristiani bigotti, osservanti, intellettualoidi spesso insopportabili, che saprebbero tutto, ma senza incidenza effettiva sulla vita, destinata ad essere sempre parallela, se non del tutto sbaricentrata rispetto a Lui. Ed ancora il rischio di essere degli habitué legulei, fissati appena alla struttura e al “vecchio” regime ecclesiastico. Bisognerebbe che la fede continuasse ad accendere la speranza, così che la speranza venga coronata dall’amore (1Cor 13).

Luigino don

A tutti i più cari saluti, il desiderio che l’incompiuto che siamo migliori.

E che possiamo, così, essere discepoli e testimoni del Signore che salva.