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Il tempo porta tutte le colorazioni della nostra psiche.


di Luigino Bonato

Che brutto tempo! Non me ne va una dritta! Lasciamo passare il tempo. Tempo e paglia maturano anche le nespole…”.

Quante le prese d’atto contro, e solo di tanto in tanto, a favore del tempo. Il povero è costretto a salire molto spesso sul banco degli imputati.

Salvo poi ad accorgerci che siamo noi a gestirlo. In mille modi. Spesso anche sbagliando tutto nel farne uso, trascinati da noia, incapaci di darne un senso, di mettere a frutto tutte le risorse cui lui ci sprona a dar fondo.

Il tempo porta tutte le colorazioni della nostra psiche.

Il tempo è troppo lento per chi aspetta, troppo celere per chi ha paura, per chi teme, troppo lungo per chi soffre, sempre breve per chi gioisce. Si può dire, infine, che è pieno soltanto per chi è e si sente amato e per chi ama.

Non va poi dimenticato che è una dimensione della vita del tutto gratuita. Se ci viene meno la gratitudine, che sintomo riveleremmo di noi?

E quando il tempo lascia intravvedere la fine, mette in luce i nostri stati d'animo più veri, quelli che magari abbiamo ignorato per tutta la vita.

E' utile chiedersi se abbiamo presente una meta sullo scadere dei nostri giorni e, se sì, quale nome le diamo, come ce la figuriamo.

Se questa meta la includiamo nell’orizzonte finale del nostro vivere su questa terra, non è a partire da questa, che tutto ciò che ci è dato di vivere va orientato? Se la meta è autenticamente desiderata, il cammino non può che venirne beneficamente illuminato!

Che cosa Ti sarà valso, quindi, di tutto quello che hai investito nei Tuoi giorni terreni, se di là non riscuoterà nessun valore?

Domandiamoci Chi e che cosa conferisce importanza al nostro hic et nunc (= qui e ora), se ci sentiamo pellegrini verso una meta, o vagabondi alla deriva del “e chi se ne importa”.

Come metterla con l’eternità, se quando pensa al futuro, l’uomo della strada è capace di sporgersi al massimo sino alle ferie del prossimo anno?

Non si può negare: uomo e donna hanno desideri incolmati, che superano tempo e spazio nel quale si trovano di fatto bene e/o male a vivere.

Se l'approdo che ci attende fosse sì dolce e glorioso da essere inimmaginabile? Gesù ci ha parlato di “Paradiso” e lo ha fatto dall'alto di una croce.

Tutto il dolore del mondo, anche il tuo, è da attraversare, ma non è paragonabile alla Felicità che ci attende.

Il tempo porta tutte le colorazioni della nostra p

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