Newsletter - Agosto 2019

°   Non è il caso di fermarci a considerare le previsioni del tempo. Qualcheduno aggiunge: “Il tempo è rimasto da sposare. E’ per questo che fa quello che vuole!”. La frase non mi sembra rispettosa, da qualunque punto di vista la si scavi. Piuttosto ci valga richiamare, pur se frettolosamente, che la bibbia, quando usa il tempo delle lancette, fa uso della parola kronos. Mentre per il tempo di sostanza, decisivo, significativo usa il termine kairòs. Ed è questo cui da importanza massima. Ci induce a fare i conti con il nostro essere intero, di cosa stiamo realizzando e lo stile con cui affrontiamo di solito il tutto che ci connota. Non si può barare. Il Signore ci colma delle Sue grazie, che son soprattutto quelle nascoste, che ci possono sfuggirci facilmente e sulle quali invece, dovremmo far di tutto, di più per tesoreggiarne. La vita non è nostra. L’abbiamo ricevuta in gestione. Non ci appartiene. L’abbiamo ricevuta senza condizioni di sorta. Ma, non essendo una realtà di basso costo, ne dovremmo fare qualcosa di buono. Prima di tutto perché essa renda lode a Colui cui appartiene e possa, di riflesso, giovare a coloro con i quali siamo chiamati a spartirla.

°     A parte i campi-scuola, che sono all’insegna del miglior accompagnamento educativo e che, di solito, riempiono l’estate, e non solo, di chi vi ci mette mano, si sentono già le chiamate all’opera. Davvero non c’è pace. E i preti, in particolare, quelli responsabili delle unità pastorali s’attendono tanti aiuti “operativi”. L’accompagnamento alla fede sembra esser divenuto l’impegno più aspro, soprattutto per gli adulti. Di solito, le parrocchie trovano molte risposte quando si tratta di posare delle tenso-strutture, o compiere altre pur urgenti opere. Il deserto stenta, quasi ovunque, a fiorire, quando si tratta invece di formazione spirituale, di orientamento alla vita cristiana, che non si può più dare per acquisita o, peggio, per scontata. E la catena d’oro di una generazione che dovrebbe passare a quelle successive questi tesori, o s’è rotta, o si sta smarrendo. Dal ’68 in poi, tanto per richiamare una data, i tempi si sono del tutto alterati: son troppo saturi, la frenesia occupa i pensieri dei più, la smania di garantirsi rispetto a preoccupazioni non sempre di poco conto, lo spegnersi delle relazioni soprattutto in ambiti più che utili ed insostituibili, il malcontento, i diritti individuali da difendere in qualunque modo, anche con la violenza… si casca facilmente in preoccupazioni che hanno spesso del compulsivo, del patologico.

°   Alziamo la bandiera bianca, quella del “chi me lo fa fare”? La tentazione, qui e lì, si avverte. Angosciarsi non è un rimedio. Ci si presti meglio che si può, con umiltà e fiducia. Certo, le crisi non si risolvono da sole. E la mancanza di operai la si percepisce molto diffusa. Non per niente, in una delle domeniche di luglio scorso, in cui il Vangelo ci diceva dell’invio dei 72, segno che la missione riguarda tutti ed è compito di tutti, Gesù invitava a pregare perché il padrone della messe riesca a stanare”, tirar fuori dalla tana, parola che ne evoca facilmente un’altra: tanatos (=morte; quindi strappare dalla morte). E si tratterebbe di quelli che si mettono nel suo gioco, o dei destinatari di questo laborioso e paziente lavoro. Si chiede al Padre che possano pertanto assaporare la vita del regno, la vita che non conosce più morte. Quando manca la missione, si moltiplicano i morti senza scampo, i ripiegati appena su di sé e sui loro affari.

°   Nello stesso episodio, più che gioire per la riuscita che i discepoli provano nello sdemonizzare il mondo, Gesù precisa che la gioia migliore è piuttosto quella di scoprire che i loro nomi sono già scritti in Cielo. La missione deve trovare altri obbiettivi. Meno imperiosa nel fare le geremiadi, quelle in base alle quali stiamo per soffocare per l’irruenza del male, che stiamo andando verso il peggio, ineluttabilmente, ed annunciare invece, per contro, la gioia della salvezza.

°   Al centro del mese, il cui compito è ormai di dire le realtà più svariate e languide con il nome di ferragosto, i cristiani non dovrebbero mancare invece ad un appuntamento speciale: l’Assunzione di Maria in Cielo. Nella storia cristiana Maria è stata circondata di una molteplicità di titoli, tutti molto significativi e particolari. Come farla rivivere, in qualche minimo Suo aspetto, anche nelle nostre vite? In nome non si sa bene di quale libertà, foriere invece di autentiche schiavitù, come possiamo vivere fortemente una libertà liberata, e proprio a partire dal nostro intimo?

°   Con S. Chiara (11 c.m), perché non ci favoriamo una visita al monastero delle Clarisse che abitano in Via Rivella, in S.Ulderico di Creazzo, magari partecipando ad una delle loro liturgie?

°   Ricordo poi ai fidanzati che desiderano partecipare agli incontri destinati a loro, dal 22 settembre al 27 ottobre prossimi, di passare, per tempo, qui in Villa per l’adesione. Grazie.

°   Gli sposi adulti, prima dell’inizio dei loro incontri, riceveranno, come sempre l’invito a partecipare più che potranno.

°   Anticipo un altro appuntamento che, di solito, passa in sordina. Si tratta di due week-end. Vi dico del primo. Si terrà dal 15 al 17 novembre 2019. Il secondo poi dal 13 al 15 marzo 2020. Per ora segnateVi le date, con la certezza che chi vi parteciperà, troverà argomenti e quant’altro, tutto molto interessante ed utile.

°   Altro impegno che griderei a tutti a squarciagola, o sussurandoVelo dolce ad un orecchio, è il PASSA-PAROLA. Più che Vi riesce, anche nel caso che non foste personalmente interessati, non lasciate cadere l’idea di poter mandare qualcuno.

Per concludere, non posso trascurare pause ancora attive che spero anche tutte sane.

Come augurio Vi dico: sorridete ogni giorno.

Ed, infine, i saluti, Vi dicano ogni benevolenza e misericordia dall’Alto.

Luigino don