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Newsletter - aprile 2017

♦   La Pasqua occupa il “cuore” di questo mese. Ed il nostro? O ci è estremamente faticoso credere in questo colossale evento, che fa parte delle verità più dichiarate, più ambite della fede dei cristiani credenti? Ci dichiara “l’impossibile”, l’inedito, il sorprendente, l’affascinante del Cielo. E’ il cuore dell’annuncio per il quale Gesù ha investito tutto di Sé e della Sua missione tanto breve su questa terra. E’ una verità delle più stupende pur se del tutto sconcertante, come lo sono anche gli altri cosiddetti “misteri” della nostra fede. E mistero non si configura affatto con l’assurdo, una sorta di cortocircuito per mente e cuore. Semmai è un invito a lasciarci superare, a zittire, a misurare le parole per dirlo. Anzi, la parte più umana di noi l’avverte dentro come unica possibilità di fronte ai bagliori lusinghieri di questa terra e l’enorme fragilità del nostro vivere proprio su di essa. Non è il caso di dire che tutti vi soccombiamo: la vita qui sulla terra promuove le aspirazioni più ambiziose e i drammi più funesti. Potremmo dire che non è affatto agevole renderci conto che questa vita è una sfida. Qualcuno presume di esserne il “signore”, salvo poi a sentirsi bruciato da incontenibili delusioni, e qualche altro giunge a liquidarla, perché esacerbato dai pesanti problemi che gli procura, soprattutto se la sua solitudine venisse del tutto dimenticata e i suoi bisogni primari ed impellenti, li sentisse solo come fatali. Sarebbe il caso in cui la vita la si potrebbe tante volte assimilare ad una minaccia, ad un castigo, ad una condanna.

♦   Penso ogni tanto al non credente, a colui che non può, sui suoi brevi e amari giorni, proporsi nessun futuro. Immagino che, in casi del genere, sarebbe proprio arduo vivere su questa terra solo per soffrire e morire, o giù di lì, senza nessuna via di scampo. La vita chiusa su se stessa soltanto. La morte una mera fatalità, eppur tante volte desiderata. E si potrebbe continuare. Ma ce ne son già troppi di pensieri compulsivi/ossessivi in libera e devastante circolazione. Non conviene aggiungerne altri.

♦   Ad emettere un grido di vittoria, è il morente Cristo: Morte, sono io la Tua morte! E voi, inferi, spegnete ogni arroganza. E le parole migliori cominciano ad affiorare, a farsi invocazione: “Quale gloria dalla fossa? La nostra vita è nascosta con Cristo in Dio. E poi le apparizioni. Se ad esse ci si appassiona troppo, sono ancora le nostre esperienze emotivo/cognitive ad evidenziarsi. L’aspetto spirituale si rischia di non coglierlo. Sembra che, attraverso di esse, tanto sono particolari e dissimili, Gesù utilizzi questi eventi, per preparare i Suoi, ad una Presenza ancor più sbilanciata, rispetto alle attese, quella soprattutto legata ai segni sacramentali, aiuti di buona efficacia per noi che siamo ancora pellegrini su questa terra e che sentiamo forte il bisogno che sia Egli la vita della nostra vita, che ci sostiene nel farcela, sicuri di Lui, della Sua grazia, della Sua Promessa.

♦   Sembra che Gesù prepari i Suoi, ed anche noi a nostra volta, soprattutto al distacco definitivo da questa terra. L’evento Ascensione, pur se poco richiamato, quasi del tutto rimosso, “Lo rende Re della gloria”, con il Quale noi staremo per sempre, per spartire con Lui, figli nel Figlio, il disvelarSi totale del mistero che ce ne impediva di gustarne tutto lo stupendo, fino ad allora indisponibile e inenarrabile, fascino.

♦   Se quindi la nostra vera patria è nei Cieli, questa destinazione diventi il criterio veritativo di tutti noi e di tutto quello cui questa terra ci lega, mentre si svolge il nostro abitarla di ora. Non può essere una vita qualunque, ma orientata e ben preparata a far proprio quanto ci aspetta. Quanto non avremo da togliere per essere quel capolavoro che, Chi ci ha creato, desidererebbe che divenissimo, a coronamento del Suo grande proposito di salvezza. Lasciarci infagottare a tal punto da ciò che passa, da ciò che facilmente ci schiavizza se, nella sua instabilità, ci ruba il cuore, a chi conviene? Non potrà di sicuro essere questa la terra nuova, e neppure i cieli nuovi, per quanti siano i richiami imperiosi a riguardo. Prima o poi, bisognerà levare le ancore: lo Spirito del Figlio ci faccia veleggiare verso i lidi del nostro totale riscatto, là dove finalmente scoppierà il futuro eterno di Dio. Come saremo? Mi sembra domanda che, per ora, il mistero ci scoraggia di affrontare. Saremo nella Pienezza di vita. Andremo verso l’impareggiabile Compimento.

♦   Villa S.Carlo prosegue con le sue iniziative e proposte. Chi se le può procurare, se riesce, venga e si sappia benvenuto. In ogni caso, ci aiuti a diffonderle, soprattutto attraverso il notiziario settimanale che ogni parrocchia, di solito, distribuisce..

♦   I “fidanzati che desiderano prepararsi al matrimonio da cristiani, si ricordino che urge il tempo per iscriversi al 2° percorso di maggio /giugno. Grazie.

♦   Domenica 2 aprile, abbiamo qui per l’intera giornata i genitori della comunità dei seminaristi.

♦   Dal 7 (venerdì, ore 18), a domenica 9 (con il pranzo), la nostra casa ospita i genitori dei preti.

 

Buone feste… In Lui. Con Lui. Per Lui.

Nessun altro come Lui.

                                                                                                                                                                         Luigino don

 

 

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