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Newsletter - Aprile 2018

°   Augurarci “Buona Pasqua” è d’obbligo, proprio oggi in cui il primo giorno di aprile, viene tutto invaso dalla Sua luce. Pesah vuol dire passaggio. Se gli antichi Ebrei continuano a tenerla in grande evidenza, è a motivo della grande liberazione, finalmente sperimentata, dopo un lungo e inenarrabile esilio in terra d’Egitto. Ci son voluti poi altri 40 anni di vagabondaggio, quasi sempre in pieno deserto, per entrare nella terra Promessa, terra nella quale avrebbero dovuto scorrere latte e miele: un sogno bellissimo, che tale fin da subito non si manifestò. I rabbini dicono che Dio non ha impiegato fatica nella liberazione di questo popolo. La più grande fatica Gli costa ancor oggi, nel tirar fuori l’Egitto dal loro cuore.

°   Gli eredi, che siamo noi, dove poggiamo un evento così singolare, come è la risurrezione di Gesù, oggi? Sarebbe interessante percorrerla tutta la storia di Pasqua, per intuirne meglio gli sviluppi e tutto il significato che, via via, dopo che son trascorsi molti secoli, essa ha finito per enucleare. In ogni caso, il futuro di Dio è cominciato proprio da lì. La morte non ha più consistenza. Se non ci si crede, e oggi son purtroppo parecchi che la considerano tra gli anacronismi delle presunzioni cristiane, resteremmo senza speranza, o alla ricerca della migliore nostra fine, o con speranze effimere e spesso molto trasandate che promettono quello che non possono. Siamo diventati la civiltà del nulla. Tutti protesi all’attimo che è impossibile trattenere o, peggio, che vorremmo riempire appena di cose senza risparmio, e spesso noncuranti perfino di chi non ha di che vivere. Sempre più acceso è il numero di chi si può permettere di “scialare” e di chi invece non riesce a mangiare una volta al giorno.

°   Chi mai abita stabilmente in una casa indistruttibile? Mentre i muri possono essere ben solidi, molto precaria è la vita di chi la abita. Si passa inevitabilmente altrove. Chi non perde di vista Gesù, si sente dire: Io sono la risurrezione e la vita e anche voi risorgerete. La morte non ci butta in braccio al niente, ma al Tutto della Sua Promessa. Passa tutto. Cieli e terra, facilmente scossi, lasceranno il posto a cieli nuovi e a terra nuova, dove avrà stabile dimora la giustizia e la pace. Tra l’altro, la giustizia non è quella della legge (che non è) uguale per tutti, ma l’opera di Dio che solo ci può rendere giusti. Frutto del Suo amore, gusteremo in pienezza il compiersi del nostro essere. Diverremo santi perché amati all’Infinito, nella gratuità più incondizionata. E proprio perché amati vivremo nella pace più saziante.

°   Ma chi crede sul serio oggi al fatto che non solo risorgeremo, ma che ascenderemo (c’è anche il mistero dell’Ascensione, pressoché del tutto ignorato), dove la gloria del Signore sarà fonte di perenne Felicità? Ci sono tante altre modalità opinionali per dire, semmai, la conserveremo ancora questa probabilità di un dopo, di un Oltre. Anche i cristiani si muovono meglio soprattutto nell’onda di Buddha.

°   Sarebbe quasi cosa migliore se i cristiani, invece di esprimersi gli auguri, magari neppur conoscendo il significato bello e profondo di questa parola indo-europea, si dicessero: “Cristo è risorto!”, “Cristo è veramente risorto, alleluja!”.

°   Per pensare un po’ di più in proprio, quattro brevi testi –

  • “Pasqua: un passaggio a ciò che non passa” (p.Raniero Cantalamessa).
  • “Tempo verrà di levare i remi dall’onde e gettare da noi i ricordi a mare, per essere pronti a partire senza dolore” (p.David Maria Turoldo).
  • “La maledizione del dover morire, dovrà diventare una benedizione: che si possa morire ancora quando vivere è insopportabile” (Elias Canneti).
  • “Il diritto di vivere, inteso come fonte di tutti i diritti, in determinate circostanze include anche il diritto di morire” (Hans Jonas).

°   Sono segnali anche questi, da non buttare. Anzi! I primi due aprono. Gli altri due rivendicano la possibilità di “farla finita”. Siamo in anticipo, rispetto agli autori e rispetto ai giorni nostri, su temi che oggi si dibattono con grande interesse. Non sempre son segno di una civiltà malata. Riflettono una visione della vita non semplice. Peccato che, per dignità o per sofferenze estreme, qualcuno coltivi il desiderio, qualche altro faccia suo il progetto, il concreto proposito di por fine alla magra esistenza troppo dura e troppo amara.

°   Per coloro che soffrono, per quanti vengono subissati da problemi atroci, non basta dire che Pasqua è una grande, significativa festa, che tutto il dolore nostro lo porta con noi anche Gesù, che su questa terra non si può non passare per qualche valle del pianto. Che la morte qualsiasi è sempre morte. Ci vorrebbe piuttosto una solidarietà premurosa, sollecita, una prossimità senza se e senza ma. Si patisce molto, molto di più quando sei lasciato solo, trascurato e abbandonato a te stesso.

°   Se l’annuncio e verità di Pasqua si incarnassero nella nostra vita, le croci, più che fabbricarne, verrebbero tutte spiantate e anche chi teme, si sentirebbe davvero sollevato.

°   A mo’ di conclusione –

  • Villa S.Carlo cerca di fare del suo meglio per quanti desiderano passare lì qualche giorno, intonato con gli scopi che, fin dall’inizio (più di 50 anni fa), l’avevano salutata e caratterizzata.
  • Delle iniziative e proposte che possono far da richiamo, ogni settimana, La Voce dei Berici (il settimanale diocesano), radio Oreb, il nostro sito documentano per tempo ogni possibilità. Anche quelle specifiche, di solito, ospitano volentieri anche altri che desiderassero prendervi parte.
  • Poi c’è il passa-parola che potrebbe farsi appello, sonoro ed efficace, per ogni invito a darsi tempo per lo spirito.
  • Laici credenti ed operosi nel quotidiano, provate ad interessarvi un po’ di più anche di questa struttura, delle sue iniziative formative. Se poi giungeste ad amarla, di qualche succoso frutto di sicuro non vi sarà avara.
  • E’ l’anno dei giovani: il Papa ha lanciato il Sinodo dei Vescovi esclusivamente per loro. Il nostro vescovo ha già avviato le udienze di zona per loro, contento di saperne le convinzioni, le motivazioni che accompagnano il loro vivere, e non solo da cristiani. Sembra che sia una bella esperienza.
  • Ne profitto per ricordare ai nostri, che si stanno preparando a celebrare il matrimonio, che stiamo raccogliendo le adesioni di tutti coloro che hanno intenzione di partecipare, che ne terremo uno qui in Villa S.Carlo dal 6 maggio al prossimo 10 giugno. Li invitiamo a passare, appena possono, per averne qualche dilucidazione e, caso mai, per iscriversi. 

Cristo è risorto. Sì Cristo è veramente risorto alleluja! 

Luigino don

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