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Newsletter - Febbraio 2020

°   Il calendario gira pagina e, curioso, ne propone un’altra. Lui fa bene il suo mestiere, mentre quanti ne facciamo uso, corriamo il pericolo della smemoratezza, della sorpresa, della fretta: gestire il tempo, che non è roba di cui ci si possa impadronire, ci fa stare quasi sempre sul chi va là e dibattuti tra tempo che non ci basta mai e tempo inutilmente perduto. Le variabili sono tantissime altre e non sempre tutte lodevoli. Chissà che cosa vorremmo poter realizzare! Quanto ci fanno patire e ci rendono delusi: sogni mancati, impediti, occasioni inseguite che poi ci scoppiano in mano. Due le tentazioni di massima: desiderio del tutto e voler emergere allo spasimo, costi quel che costi. Le limitazioni che il quotidiano ci traccia, la vita che facciamo, ci creano inconvenienti, delusioni, dispiaceri, rammarichi.

°   Indugiamo, prima di tutto, su alcune date -

  • Il due cade la festa mondiale della vita consacrata: è un grosso tema/problema: la vita in Europa sta volgendo verso un declino umano e spirituale più che vistoso. Si sta andando in caduta libera verso forme di paganesimo plurale, purtroppo.

Ancora il due corre quella che chiamiamo la candelora.

Ricorre poi anche la giornata nazionale per la vita. Che basti una giornata, è meglio che niente. Se per la nostra vita siamo sicuramente interessati e forse anche fortemente preoccupati, perché non farci più solleciti verso chi è nel bisogno manifesto (le 2 stagioni più esposte, per motivi diversi e spesso molto esigenti e urgenti sono la vita al nascere e la vita al tramonto: sono effettivamente le vite più fragili), ma sono tantissime le persone disagiate, amareggiate, marginalizzate, escluse, sole, malandate... La vita è consegnata a noi, ma perché la mettiamo a disposizione per chi sta peggio di noi. E’ un dono la vita e non interessarsene, con il dono che può diventare la nostra per gli altri, ci rende appena e soltanto egoisti. Se Ti tieni la vita, la stai già perdendo; se la doni, Dio Te la rigenererà.

  • L’11 del mese poi è il giorno in cui ci lasciamo attrarre dalla clinica dello spirito che è Lourdes. Non ci restino del tutto invisibili i malati, i sofferenti per qualunque evenienza. Ci sarebbe da rendere più intraprendente il volontariato per l’assistenza dai mille volti.
  • Il 26 infine, con il mercoledì delle ceneri, ha inizio la Quaresima. E, a riguardo, ci si spegne sulle labbra la stessa parola, tante sarebbero le occasioni da vivere per ricuperare il meglio di noi, la persona che siamo, soprattutto se ci scopriamo superficiali, confusi, banali, se non prendiamo più sul serio niente di tutto il bene che non c’è e che non è che poco sufficiente. Basterebbe anche un solo proposito/impegno, ben pesato e praticato, personale e/o anche familiare, per diventare sicuramente il meglio di quello che siamo. E’ un tempo di conversione autenticamente umana e spirituale.

°   Un po’ di tempo ora per riflettere sul nostro desiderio di vivere. Lo esploriamo senza fretta. Vogliamo tutto, vogliamo emergere, per essere persone altamente professionali, ben qualificate e lautamente pagate.

°   Voglio tutto! Disponibilità di risorse, di tempo per me, raggiungere una bella professione, acquisire una stima eccellente, occupare un posto di prestigio, appagato in tutto e per tutto dalla vita che mi prefiggo di fare.

°   Anche S. Teresa del Bambin Gesù voleva abbracciare il mondo: voleva essere sposa, mamma, religiosa, sacerdote, missionaria, martire, voleva vivere in un convento e, al tempo stesso, desiderava percorrere il mondo per annunciare il Vangelo… Tale aspirazione le si mantenne lungo gli anni dell’adolescenza. Per lei era come un martirio. Finalmente trovò la pace. Scrive: “Compresi che la chiesa ha un cuore… Nel cuore della chiesa, mia madre, io sarò l’amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si trasformerà in realtà”.

°   Anche in noi, solo il Tutto dà senso all’esistenza, nel caso però che si tratti. dell’esperienza dell’Infinito, dell’Eterno. Di frequente, questa convinzione ci fagocita: significa che è stampata nel nostro Dna. E Dio non può lasciarci col supplizio di un desiderio inattingibile (d.Primo Mazzolari).

°   Noi percorriamo la vita in modo molto tirato: mentre la terra può affascinarci, quasi sempre non ci soddisfa, ci fa rilevare soprattutto ciò che è negativo. La Risposta di tutto e per tutto è il Cielo, Dio. Di fatto è al presente che dobbiamo ricondurci, perché è lì che viviamo. Io vivo qui ed ora. Veniamo intaccati dallo spazio e dal tempo. E, a pensarci, questa dimensione ci evita di evadere, di scorazzare, e ci dà sicurezza.

°   E ce n’è in tanti di noi, un’altra di aspirazione: quella di essere diversi da quello che siamo: invece Io sono quello che sono. Nessuna recriminazione, nessun rimpianto, nessun sogno riescono a cambiarmi. Solo se assumo pienamente la mia realtà, con tutti i suoi limiti, posso avviare un cambiamento interiore che mi porta progressivamente a rappacificarmi con me stesso.

°   Rispetto al tutto, dobbiamo scegliere e vivere ciò che è parziale. Anche il santo che vorrebbe amare tutti, aiutare tutti, essere in continuo rapporto con Dio nella preghiera, deve rivolgere il suo amore ed il suo aiuto alle persone con le quali di fatto entra in contatto, e la sua unione con Dio la può vivere nella preghiera, ma soprattutto nel fare la volontà di Dio nella propria vita.

°   Il particolare della vita quotidiana ci limita, o ci specializza? Niente è insignificante nella vita, purché tutto affrontiamo con intensità di amore anche con i piccoli e scontati gesti che la vita quotidiana ci chiede.

°   Gesù è stato un grande. In poco tempo ha bruciato la sua vita. Quella quotidiana l’ha limitato all’estremo: un lungo apprendistato/noviziato. Ricordiamo che il venir meno di Giuseppe l’arrangia mestieri, ha lasciato il posto a Lui di guadagnare il pane anche per Maria. Forse dovremmo prendere meno sul serio la frenesia che troppo spesso ci agita e ci fa viver male. Una situazione per volta e gestita meglio che possiamo.

A tutti un cordialissimo “buona vita”

Luigino don

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