Newsletter - Gennaio 2018
Questa volta, la newsletter vi arriva un po’ in ritardo, per il semplice fatto che siamo stati senza internet per parecchi giorni.
° La parola che di solito batte ogni record, durante le feste tipiche di questo periodo, è la parola auguri. Al di là degli innumerevoli modi con cui la si esprime, se ricorriamo alla sua origine, rischiamo di scomodare un verbo del pregare (pros-eukomai) Da aug ad euk sembra correre il sentiero di casa di tale parola. Che si potrebbe rendere con: “mi rivolgo verso” l’Alto (= pros) per Te (che è sottinteso). Che cosa se ne può dedurre? Facendo gli auguri uno impegna la propria responsabilità orante per colei/colui cui li porge. La parola è stata parecchio contratta nel suo dirsi, pur se, compiendo uno o altro gesto beneaugurante, non facciamo arrivare a Dio e alla sua misericordia, colui cui abbiamo rivolto gli auguri.
° Di solito, in questo periodo, c’è da procedere anche a fare l’inventario. I titolari di aziende, di industrie se ne sentono in dovere. Se non altro per controllare meglio il marketing. In altri ambiti, quello personale per esempio ed anche in quello istituzionale, si è molto trascurati. Per questo, va tutto bene e niente va bene. Tutto è uguale, appiattito. Senza fervore, slancio, chiarezza, il fagotto ci fa qualunquisti, indifferenti, trascurati.
° Sarebbe cosa buona piuttosto, a inizio di un altro anno, che la tradizione vuole accompagnato da immancabili brindisi e botti, perché abbia ad esserci di buon auspicio, la scelta di un santo, di una santa, cui cercar di ricondurre alle loro virtù le nostre smagliate esistenze. In famiglia potrebbe essere, anzi, un insostituibile aiuto, proprio per sfuggire a tante dannose modalità di relazione,
° In circolazione, esiste il mondo. Talvolta sembra triste annoiato, molto malato, addirittura patologico. E si potrebbe continuare. Qualcheduno scommetterebbe perfino qualche cura. Anzi, a volte sono proprio in tanti che presumono di avere ricette magiche, Ma niente cambia, se ognuna/o non decide di cambiare in meglio se stessa/o. Bisogna sempre partire da qui. Ma sono gli altri che non ne combinano una, sono sempre gli altri che sbagliano, che rompono… E giù a lagna incontenibile, come se bastassero le parole per raddrizzare anche solo un palo storto.
° Meno male che ci sono ancora storie di santità, di impegno serio, costi quel che costi, persone che non mollano, che si sacrificano anche disinteressatamente per gli altri, perché sia un po’ più abitabile il nostro pianeta e più nutrito di giustizia e di speranza.
° Buon anno 2018 quindi, più che con le solite riserve, con l’invito vicendevole a far della propria umanità qualcosa di bello, lì dove la vita ci porta ogni giorno, ad essere persone di grande cuore e di buona intuitività e di utile operosità.
Ognuno potrebbe darsi un impegno del tutto proprio, magari senza visibilità ostentata, con umiltà, sempre pronto a rischiare qualche passo per sentieri da ricomporre, da raddrizzare.
La prima giornata dell’anno, a farci da fondamento per ogni altra a venire, ci presenta Maria, la piccola Madre dell’uomo-Dio. A loro piace tanto la pace e, fortunatamente, anche a tanti dei loro devoti e discepoli. Chissà che tante barriere, dannose e odiose, piene di rivendicazioni malefiche, vengano rimosse e che questo impegno, piccola, preziosa contraddizione, non lasci in pace più nessuno, in nessun dove. E quindi tanta pace, vera e sincera!
° Di ammirevoli possibilità, volendo, ne abbiamo fin troppe. Se finora abbiamo appena aggiunto anni alla vita, possiamo cominciare ad aggiungere vita agli anni, pochi o tanti registrati dalla carta d’identità che, in questo caso ci farebbe soltanto arrossire.
° Gli anni fanno molto presto a passare. La vita è unica e breve. Se neppure un funerale riesce più a parlarci, vuol dire che non pensiamo poco o mai al nostro dies natalis, la nostra nascita definitiva. Se la mettiamo in orazione gli uni per gli altri, spero che avvenga in Paradiso.
Con il cuore in mano,
tantissimi auguri a tutti
per un sereno 2018
Luigino don
