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Newsletter - Giugno 2018

Tra le voci che più spesso si possono raccogliere, oltre le cronachette da quattro soldi, dove il più delle volte si riporta quanto già sentito attraverso i media, troviamo interrogativi seri e difficili sul senso della vita, sul perché della vita così mal distribuita, sul perché della sofferenza e che scopo dovrebbe mai avere, ma Dio dov’è, non sembra più metterci mano, non sono molto fuorviati i devoti di turno, e i miracoli, così rari quelli che si chiamano in questo modo, non sarebbero una pretesa senza fondamento?

♦   Il fatto che siano domande che ci attraversano, ma che ciascuno ha già le sue convinzioni ben piantate, pur se ci superano sempre e di più ogni volta, Vi inviterei o via mail (luigino.bonato@virgilio.it), o in qualunque altro modo, a spedire qualche Vostro parere e/o testimonianza concreta, soprattutto per verificare quanto la fede abbia un affidabile fondamento, e quanto invece stia perdendo terreno proprio per il motivo che le questioni, prese sul serio, sono parecchio gravose, forse anche insolubili, più grandi, e non poco, delle nostre risorse mentali.

     Siamo destinati alla nientificazione totale? Così che il vivere risulti, soprattutto per chi s’è fatto grande, un’inutile aspra fatica o un’inseguita, impossibile goduria (= piacevolezza sempre in atto). Si può mai campare, senza neanche scoprire perché, o meglio, per chi? Infagottarci con spasimo appena di cose di queste terra, non costringe chi sopravvive a guerre atroci. La terra non paga: lo si vede dalle ingiustizie che moltiplica. Se non si cambia il cuore, con una conversione appropriata, finirà per servirci sempre peggio e per incrementare i troppi che sono stati impoveriti dall’ingordigia idolatrica ed esclusiva di coloro che bramano solo beni materiali. Caso mai, per questa volta, provate a dire la Vostra su questo punto che non ci può restare indifferente.

°   Altro argomento in cui la chiesa intende impegnare nuova attenzione e proposte praticabili, a tal punto da dedicarvi un prossimo sinodo, sono i giovani. Si sta rubando ad essi ogni speranza, facendo loro credere all’autorealizzazione più celebre, alle riuscite da scalino più alto, anziché alla vita come dono, come servizio. I fenomeni di autorealizzazione son sempre meno diffusi. Molto di più diffusi sono lo scontento, l’insoddisfazione. Ma purtroppo è il vuoto, o le pericolose alternative a mangiarsi ogni speranza loro, purtroppo. Un papà mi confidava giorni or sono che le sue due figlie, entrambe laureate, una addirittura in due specialità, non riescono a trovare impiego. E meno male che noi due genitori siamo arrivati a smezzare le nostre pensioni. Quanti i problemi di questi figli! E quante storie estreme! Il peggio capita quando i genitori o gli altri del clan li considerano degli invisibili sortiti male. La mancetta passi pure. Ma una parola per il cuore, di rassicurazione, di incoraggiamento, lontana da ogni senso di superiorità intangibile, da ogni sacrificio investito, dove cercare il bandolo per un discorso quieto, armonioso, privo di ogni offesa, insulto, capace di compassione autentica? Se ad un giovane neet (= uno che non lavora e non studia. E molti vi sono costretti), togli anche il desiderio di fare famiglia, che cosa gli resta, se non ira, rabbia, insoddisfazione profonda, nessun tentativo di impegno…? Belle le tavole rotonde che si fanno scrupolo per i nostri giovani. Ma guardiamoci bene dal lasciarli nel deserto della fede, dentro una vita rabberciata. Non passi giorno senza che per loro rivolgiamo al Signore la nostra supplichevole preghiera.

     Un altro dato, forse non poco brutto da dire! Avviare delle inchieste dettagliate, senza mai aver abbandonato nessun tavolino, senza essersi messi dentro ai vissuti reali dei nostri giovani, magari dopo aver creato le risposte, non osservando e parlando con loro, ma a seguito appena di tanti fattacci, non è proprio cosa buona. A quali verità effettive si può mai giungere? Si son messi anche i vescovi a scoprire il mondo giovanile, eccedendo magari a tratti giovanilistici propri, pieni di cattura per farsi accettare, che realtà giovane mai potranno fornirci? Son ben altri i mondi giovanili da avvicinare e, se serve, inventariare.

°   Cambio registro, ma non troppo. Ho ripreso a frequentare il monastero delle Clarisse a S.Ulderico di Creazzo. All’inizio della loro presenza, ho celebrato spesso l’Eucaristia da loro. Adesso la struttura è divenuta molto più ospitale: il monastero è stato di molto ampliato. Normalmente le vedo quando si avvicinano per la Comunione. A me sembrano parecchie e la maggior parte molto giovani. Di questi tempi di magra giovanile soprattutto in certi ambiti, è un aspetto da evidenziare. Vivono una segregazione molto “povera”, e credo di non sbagliarmi. Parlo di qualche aspetto che mi è rimbalzato. Il primo che non sfugge: si tratta di giovani, lo insisto, anche culturalmente ben attrezzate. Si tratta proprio di giovinezze bruciate. Dispongono di mezzi molto poveri, secondo me, anche per la sussistenza di base. A sentirle cantare ad ogni Eucaristia non è facile difendersi: per la maggior parte utilizzano la salmodia corale antica. Per loro il tempo della preghiera non conta. Non so se extra pratichino delle penitenze particolari: lo penso, pur se mi dispiacerebbe non poco, in quanto ce ne son già così tante di penitenze nella vita. Un giorno di questi, una signora di quelle che abitualmente partecipano all’Eucaristia quotidiana, l’ho sentita dire: Sono tutte belle come il sole! Anche di più, mi venne da aggiungere, perché chissà quale segreto del Re si portano in cuore. E’ la preghiera il grande strumento della bellezza che affascina.

Vi farei un invito: andate a trovarle! Certo, dopo aver preso i debiti accordi. Hanno ritmi particolari di tempo, che assolutamente si guardano bene dallo sviarli, o peggio, dallo sprecarli.

°   Senza nessun forse, sono andato, come mi capita spesso, fuori campo. E dire che avrei voluto annotare un’impressione anche sul Festival biblico. Mi limito ad osservare che, quando mi arriva qualcuno che, avendo potuto prender parte a qualcuna delle proposte in cartello, se ne ritorni molto felice e conquistato. E questo mi fa molto piacere.

°   Mi avvio a concludere. E Villa S.Carlo? Nessun timore. Facciamo anche noi quel che possiamo. Le iniziative sono poco note e purtroppo molto poco caldeggiate. Certo, i canali sono pochi e limitati. Non mi attardo a dirVi per l’ennesima volta dove raccoglierne notizia. Sarei tentato di dire: chi cerca trova! Adesso con l’estate, il ritmo si va in gran parte attenuando. Ma per chi le desidera, non mancano le sorprese. Sarebbe tempo anche per “lavorare” in proprio. Si potrebbe profittare della presenza di qualche prete, per confrontare il desiderio vivo di una vita testimonialmente più cristiana, più visibile.

     I più cari saluti a tutti.

Luigino don

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