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Newsletter - Luglio 2018

Il foglietto, che vi arriva mensilmente, è come un asinello, pieno di buona volontà, costretto a portare tuttavia, i pesi che gli si addossano. Vorrebbe fare anche delle “robe che porta”, una cernita più appropriata, non solo per alleggerirsi, ma soprattutto per alleggerire coloro che percepissero il tutto come pesante ed inutile.

Casomai, provate a fargli una carezza, a dargli un boccone. Vedrete che reagirà anche lui, del tutto bene.

Anche questa volta, dunque, tenta di rimettersi in strada e di fare il suo giretto, senza nessuna condizione, magari con il solo desiderio di farVi giungere un caro saluto.

  1. Con il primo testo, mi sembra di andare proprio sul sicuro. Capitano ancora adesso, tante discussioni sulla “impenetrabile volontà di Dio”. E’ argomento che ha attraversato i secoli cristiani e dal quale molti sono rimasti più che disturbati, per le troppo superficiali approssimazioni che se ne son fatte. Senza entrare in merito alle tante domande, che evoca, ho trovato mezza paginetta, molto serena e poco problematicizzata, a firma di S. Cipriano, nella spiegazione, che ha tentato anche lui, commentando il Padre nostro. Volontà di Dio è non fare dei torti, è tollerare il torto subito, mantenere la pace con i fratelli, amare Dio con tutto il cuore, amarlo in quanto è Padre, temerlo in quanto è Dio, nulla assolutamente anteporre a Cristo, poiché neppure lui ha preferito qualcosa a noi. Volontà di Dio è stare inseparabilmente uniti al suo amore, rimanere accanto alla sua croce con coraggio e forza, dargli ferma testimonianza quando è in discussione il suo nome ed il suo onore, mostrare sicurezza della buona causa, quando ci battiamo per lui, accettare con lieto animo la morte quando essa verrà per portarci al premio.
  2. La volontà di Dio è quella che Cristo ha eseguito e ha insegnato. E’ umiltà nella conversazione, fermezza nella fede, discrezione nelle parole, nelle azioni giustizia, nelle opere misericordia, nei costumi severità.
  3. Mi pare che nel testo non ci siano affatto, le tensioni che l’argomento ogni volta suscita. Praticamente, le basi si riducono alla Sequela di Cristo. Volontà e libertà umana trovano il loro migliore esito nel fare come, e seguire, Gesù. Il discernimento sul che cosa scegliere, lo si spia, guardando a Gesù. Che cosa farne della mia vita? E se la mia libertà ha conservato solo il nome? Ed il male? Come mai sono germinati ceffi senza nessuno scrupolo? Ci vorrebbe un bell’esame, per riuscire a sondare tutte le questioni. Cipriano a me è piaciuto, perché ci porta al dunque: a Gesù e al Suo Vangelo.
  4. E, a questo punto, ci sta bene, dal mio punto di vista, un’altra puntualizzazione. Si son diffuse troppe pratiche devote, cui non sempre ha fatto seguito una relazione significativamente intensa e coerente, con Gesù e tutto il Suo mondo. Avviene anche tra le persone: una richiesta, un favore, un piacere te le evidenziano. Ma tutto si ferma lì. La persona si sente solo utilizzata e non una volta, che le si dia di entrare in una relazione, che la metta prima delle cose, di cui le si fa richiesta. Guai, se il mondo non gira attorno a me, ai miei bisogni. Poi stop. Le situazioni, le cose, tutto facilmente viene prima della persona stessa. La persona la si confina, ad essere appena funzionale. C’è il trionfo più abietto dell’egoismo, dell’interesse proprio.
  5. Con Gesù siamo sugli stessi passi. Si tratta di metterlo a nostro servizio e, richiesto, deve essere pronto, e in fretta, a soddisfare ogni nostra pretesa. Con Lui, se non funziona, si giunge anche al ricatto vero e proprio. Se Egli mi ama, il come glielo impongo io. Deve stare a mio servizio. Se lo amiamo, quando e come lo si vede? Dalla quantità del pregare, dal tempo che, in questo, spendo? Dai sacrifici che faccio e da come mi fruttano? Dal bene che compio, e magari solo per mettermi in mostra, e per il quale m’aspetto gratitudine e riconoscimenti vari? Non trovate che il nostro pregare, il bene che compiamo, sono spesso una matassa solo arruffata, in quanto il nostro cuore è tutto e solo e sempre accerchiato appena da se stesso e dal fine intenzionale, che tesse sopra a tutto?
  6. Quando mai cerchiamo il Suo Volto e ribaltiamo ogni attesa, perché ci piace di mettere tutto di noi a sua disposizione e non Lui alla nostra? Il gusto della Sua Presenza ci tiene, almeno qualche volta, sotto sequestro? So che si tratta di parola parecchio infelice: ma, quando ci obblighiamo a farGli un po’ di compagnia, meditativi, riconoscenti, del tutto silenziosi, lasciandoci scappare magari, qualche bel: “Fa’ Tu, pensaci Tu, mi puoi aiutare? Usami misericordia: sono soltanto un misero peccatore. Metto tutto nelle Tue mani: Tu sai che cosa è meglio per me. Io confido in Te, mi affido a Te.
  • Mi son trovato a leggere più di qualche bollettino mensile, che invitava a far della vacanza, delle eventuali ferie, un momento di grazia, di crescita personale, di formazione, di ricerca delle virtù alte della vita cristiana… Se anche una persona sola, una famiglia sola si darà una delle molte opportunità dell’estate, il mondo sta già risalendo la china. C’è ancora buona speranza per tutti! Grazie!

                                                                                                                                                                        Luigino don

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