Newsletter - Marzo 2019

♦   E’ il mese che dà il benvenuto alla primavera. Le precipitazioni attese qui da noi sono state molto limitate. Ma in questo periodo, dagli alberi spogli al resto, tutto si corona di bellezza: giardini, orti e campi: La linfa prorompente è al lavoro in tutte le sue espressioni, per vestire di gioia tutto. Di solito, genera anche nel cuore degli umani un senso più ammirato verso tutto ciò che vive. E’ davvero il miracolo della natura. Potremmo trarne spunto favorevole anche per noi: aprirci alla vita, a dispetto di ogni smentita, dar più fervore soprattutto al nostro spirito. Tante, troppe volte sopportiamo anche noi stessi a malapena, anziché lasciarci rigenerare, anziché rinascere. Non ci accettiamo per questo, o per quello, quando dovremmo renderci più vitali, un po’ più sereni, anche gioiosi. Proviamo ad esaminare il nostro desiderio di rinascere, di farci nuovi, di renderci accettabili, più amorevoli, più capaci di attenzione, di delicatezza, di tenerezza. Anche di perdono da chiedere e da donare. Ci viene suggerito di revisionare soprattutto il nostro intimo spirito, così che esulti, anziché darsi alle lamentele più diverse, come se niente avesse a gratificarci. Attuare il miracolo della nostra conversione più vera: dal male al bene, dal bene piccolo ad un bene più impegnativo, dilatando mente, cuore e azioni in grado di generare ogni volta il bene migliore.

      E lo tocco velocemente: ci sarebbe un altro molto complesso problema: il rispetto della natura, nei mille modi in cui rischia di venir sempre più ferita o rovinata da noi.

♦   E’ il mese che segna altresì il nostro impegno di prepararci bene a Pasqua, e quest’anno cade proprio un mese dopo l’inizio di primavera. Anche Pasqua celebra il trionfo della vita sulla morte. Visto che è difficile per tutti, o quasi, affrontare e dare un senso al male di vivere, alla malattia, sia corporale che psichica, e soprattutto alla morte, la grande nemica, la Pasqua di Gesù, per il Suo amore trabocchevole ed appassionato, non poteva restare nel buio di un sepolcro, per quanto nuovo e bello. Certo, fu una terribile delusione il Suo tremendo soffrire e duro morire. Nella Sua fiducia verso il Padre, Gesù sprigiona, proprio a motivo del dolore di abbandono, tutta la Sua impellente energia: “Morte, Tu non mi avrai. E voi, inferi, smettete di sbeffeggiare: con il Padre e lo Spirito, miei alleati da sempre, ho portato tutto a compimento, a pienezza”.

     Se nel nostro pellegrinaggio non riusciamo a intravvedere la meta, dandoci a seguirla senza tentennamenti, ci perdiamo, non raggiungiamo la nostra destinazione: quella di essere sempre con Lui, quando questo mio, Tuo tempo giungerà, inevitabilmente, alla fine. Ci vuole fiducia senza limiti, determinazione incondizionata, la fiaccola della Sua Promessa sempre in mano. La morte non ci è nemica; è un dono. S.Francesco l’ha chiamata sora (= sorella): ci porta definitivamente da Gesù. “La meta è ciò che rende la strada degna di essere percorsa”

♦   Ci stiamo preparando alla Pasqua di Gesù e alla nostra? Domandiamoci almeno qualche volta: Ma io credo nella risurrezione e ascensione del Signore, come traguardo della mia finale condizione, o son tutto abbarbicato appena a questa vita che mi sfugge di continuo e soddisfa chiunque poco e niente? Sto coltivando bene la direzione, la prospettiva? Con animo fiducioso e coerente? Son convinto che il male, le sofferenze, la morte sono solo per questo tempo? Che ne saremo pienamente liberati?

♦   Che Quaresima ci dia quindi l’opportunità di consapevolizzarci a riguardo e che ogni riforma di noi ci dia grande fiducia nell’attuarla, e di riuscire a fare almeno qualcheduna delle opere di cui Gesù ha dato continua, generosa testimonianza.

♦   A motivo che il calendario liturgico ci fa percorrere durante l’anno tutti i misteri della vita di Gesù, in questo mese ci fa attenti al come del Suo attendarsi in noi (venne ad abitare in noi – il greco ha ev), sottolineando il tempo materno di Maria per darlo alla luce, come ogni altro cucciolo di donna. Si tratta del fatto che ha voluto condividere la Sua intera vita tra di noi: si è fatto sarx. E nella sarx (= carne) possiamo includere il tutto anche del negativo umano: fragilità, limite, peccato, maledizione, pur se la lettera agli Ebrei esclude sia il peccato che la maledizione, (che troviamo invece nella lettera ai Romani e ai Galati). Noi siamo a immagine e somiglianza di Dio, il Figlio ce lo ha dimostrato ed il nostro destino ci chiama a diventare, alla pari di questo Unigenito, figli divinizzati (non figli di adozione, ma figli divinizzati). La Sua missione sfocia nell’evento di essersi fatto uomo, perché noi diventassimo “dio”, figli nel Figlio, non più nell’Eden del primo nostro voltar le spalle all’Eterno (in Adamo ed Eva), ma in Paradiso. Il nostro mistero è nascosto con Cristo in Dio. Per questo, anche nell’evolversi della Sua missione, poté dire: “Senza di me non potete far nulla” e “Quello che piace al Padre, lo compio sempre” Benedetta Maria che ha creduto, che ha fatto Sua la straordinaria proposta del Cielo, appoggiando il più possibile questo Figlio Suo e di Dio nel progetto di cui anch’Egli accettò consapevolmente ogni responsabilità e sviluppo e conseguenza.

♦   Se puoi, vedi di non tralasciare il weekend sul tema: La fiducia trova sempre una strada aperta (venerdi 15 marzo dalle 18 a domenica 17 ore 14). A farne traccia, troverete Monica Cornali ed anche me.

      In giro la fiducia sembra essersi fatta sempre più rara. Addirittura per qualcuno è passata di moda, fino ad essere una velleità qualunque. Ci piacerebbe invece tentarne una significativa esplorazione con esiti pieni di speranza e di futuro.

Non è ancora tempo di auguri di Pasqua, ma so che, espresso a cuore tutt’intero,

ogni augurio ha con sé anche tante benedizioni dall’Alto.

Un caro abbraccio.

Luigino don