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Newsletter - Settembre 2018

♦   Anzitutto un buon e cordiale saluto. Mi auguro poi che, siccome a firmare questo foglio trovate ancora Luigino don, questo non abbia a crearVi una saturazione troppo gravosa.

♦   Siamo nel mese della ripresa. Chi non avesse potuto dedicare alcun tempo al distacco per le ferie, sentirà di sicuro il termine stesso con non poca riluttanza, se non anche con palese ripugnanza. Il bisogno di operai si allarga sempre di più. Tranne poche eccezioni, questi son però sempre di meno. E questo cappita nel piccolo, e soprattutto nel grande.

♦   Se trovate l’impressione fuori posto, Vi dono un grande grazie del tutto speciale.

♦   I nostri giovani sono già al lavoro da qualche mese per dar base al Sinodo che il Papa ha voluto in esclusiva per loro. Più che su risultati, si sta puntando su di un metodo. Le parole efficaci diventano operative se incidono sulla vita. I progetti ci vogliono, ma se restano sulla carta, rischiano di essere anche tempo rubato, o del tutto perduto.

♦   Più che guardarsi intorno e proseguire con confronti sempre odiosi, è ben più interessante guardarsi dentro, lavorare in proprio e tener bota, anche quando sembra essersi impegnati inutilmente.

♦   La comunità cristiana non ha bisogno di delegati. Siccome essa dovrebbe farsi sempre più espressione di tutti coloro che ne fanno parte, non dovrebbe esserci nessuno a chiamarsi fuori: essa chiede e dovrebbe favorire l’adesione e l’impegno generoso di tutti, ciascuna/o per la propria parte.

♦   Se in pochi si mira a far tutto, in fretta non rimane nessuno. Il deserto diventa paralizzante.

♦   La comunità che mi ha generato alla fede, ha bisogno adesso di ricevere il contraccambio. Perché non posso affiancarmi e avvicendare chi magari si sente fin troppo stanco, e, per questo forse, anche del tutto demotivato?

♦   C’è spesso una solidarietà trasversale, più che ammirevole: gli Italiani non si tirano facilmente indietro al momento di qualche tragedia, quando c’è bisogno urgente di mani e di braccia e di cuori. E questo non può farci che onore. E’ soprattutto il fare a catalizzarci. Ma ci sarebbe bisogno anche di altra operosità a tutti i livelli, soprattutto a quello pluri-formativo. Le motivazioni per esimersene possono essere anche molto fondate. Ti viene però la domanda: che umanità stiamo facendo crescere, o di fatto permettiamo che cresca.

♦   Sempre di più ci sarebbe bisogno di veri apostoli della formazione. Di quelli che sanno aprire anche le porte della loro casa, per iniziare alla preghiera, alla conoscenza della vita cristiana, al bisogno di prossimità premurosa. A voler, nel caso, comporre una lista di queste possibili tenenze, presumo che un foglio non sarebbe sufficiente. In questo mese c’è anche in programma per il 30 la Domenica della Parola. Le possibilità proposte sono tantissime, e da diluire per un tempo dilatato e benefico. Forse abbiamo preteso specializzare le età, anziché i contesti di vita, la famiglia stessa… Una serata al mese, ogni 15 giorni, d’intesa il più possibile con tutti i componenti. Invece che condividere la tavola, a tavola si condivide per aspetti concreti la parola di Gesù.

♦   Al moltiplicarsi delle voci e dei pulpiti, siamo arrivati a non parlarci e ad ascoltarci più. Siamo facili al grido, al disappunto, al rimprovero violento. Madonna Tv impera, i social ci tengono sotto sequestro… In fretta si diventa estranei, alienati, senza più un’idea, che non sia una pretesa da rivendicare. Quanto sarebbe fruttuoso mettere in mano a Gesù le redini e che fosse sempre Lui a guidarci, a orientarci, a illuminarci…

♦   In una parrocchia, non molto distante dalla nostra diocesi, son già 14 anni che son riusciti a dar continuità, di giorno e di notte, all’adorazione eucaristica. Ed il più delle volte è del tutto silenziosa. In questo caso, è facile rilevare come Gesù stia allevando meravigliosamente bene i Suoi discepoli. Lui sa come far cambiare il cuore e le prospettive di vita a chi Lo richiede per queste operazioni sempre più indispensabili.

♦   Vado a chiudere. E Villa S.Carlo? Certamente fa quello che può. Una proposta molto semplice consisterebbe nel trovare per ogni parrocchia un volontario/a, che potesse farsi portavoce di qualche iniziativa che sente come particolarmente utile, fruttuosa. E che la passasse in fretta. Che gli/le riuscisse appena dopo provvedere a far giungere alla nostra invidiabile casa, le persone che hanno piacere di dedicarsi un po’ di tempo alla cura di sé.

♦   Vedo di terminare, non senza invocare prima con Voi la Nostra Madonna dei oto. E’ sempre più difficile mettere in cantiere qualcosa di più spirituale, che intercetti qualche richiamo più specificamente cristiano. C’è il pericolo che la sagra abbia sempre di meno problemi di digestione: ormai ci sta bene di tutto, di più; per tanti, anche di peggio. In ogni caso, Lei ci guardi tutti, ci aiuti tutti, dia in particolare una mano provvida a coloro che son finiti in difficoltà pesanti, coloro che si trovano il cuore straziato, chi avverte una solitudine troppo penosa ed ignorata dai suoi. La nostra fiducia in Lei ci dia occhi e cuori capaci solo di bene.

Luigino don

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