Le amicizie riuscite
Un pensiero ardito che ci provoca tutti, noi che ci riempiamo di mille parole sull'amore, noi che crediamo di sapere cosa sia l'amore.
Eccolo: solo l'amicizia è amore, nel senso più profondo ed, aggiungo, “cristiano” del termine.
Perché l'amicizia non è un sentimento, bensì una virtù. Si intende l'amicizia autentica, che non si riduce ad uno scambio di confidenze, ad una condivisione di emozioni, ad una presenza gradevole e confortante.
In tutta la tradizione filosofica e spirituale, l'amicizia è la pietra angolare di tutto l'edificio morale: si afferma come una ricerca del bene, della saggezza, dell'amore divino.
Si capisce perché la vera amicizia sia rara: essa sollecita il meglio dell'individuo, si rivolge al suo spirito immortale, non a gusti mutevoli. Essa chiede a ciascuno di sviluppare ed affinare tutti i tipi di qualità: attenzione, discernimento, generosità, pazienza, discrezione, perseveranza, disinteresse.
In altre parole, la pratica dell'amicizia è un “saper amare”.
Lungi dal sembrare una parente povera dell'amore o la sua debole compensazione, l'amicizia ne è al contrario la precettrice, quella che insegna agli esseri umani ad amare nel rispetto e nella libertà, con coraggio, perspicacia e grande attenzione. Essa rappresenta un amore di qualità: è un'elezione che, lasciando al secondo posto l'attrattiva dei corpi, manifesta principalmente le affinità del cuore e dello spirito.
E' questa armonia di base, questa benevolenza, che manca in tante relazioni umane, compresa la cosiddetta “relazione amorosa”.
L'amicizia quindi come pedagogia dell'amore, come “amore di qualità”: amore non possessivo, dunque il più difficile, il meno egoistico che esista. Quel che più si avvicina all'Agape cristiano.
L'amicizia chiede tempo, presenza, disponibilità, dà la capacità di provare affetto per l'altro anche quando è malato, invecchia, è svigorito, poiché essa non dipende dall'aspetto fisico e si affeziona a ciò che nell'altro non perisce.
Giacchè si pone la domanda: perché perlopiù gli individui mettono tutte le loro speranze nella relazione amorosa, percepita come unico pegno di felicità e successo? Perché continuano ad invischiarsi, a distruggersi nella passione invece di costruire nell'amicizia?
L'amicizia non prepara solamente ad amare, essa addita il senso sublime dell'amore: Dio.
La nostra autrice presenta brevi ma incisivi ritratti di cristiani di ogni epoca, la cui amicizia è stata feconda per sé e per gli altri: amicizie spirituali al maschile – come ad esempio Gregorio Nazianzeno e Basilio di Cesarea; amicizie spirituali al femminile – come quella tra S. Chiara e S. Agnese; amicizie spirituali tra un uomo e una donna – come Teresa D'Avila e Giovanni della Croce, Francesco di Sales e Giovanna di Chantal, Simone Weil e Joseph-Marie Perrin.
Lungi dall'essere appannaggio di persone che hanno preso i voti, l'amicizia spirituale si offre a tutti coloro che desiderano imparare ad amare.
Monica Cornali