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Villa San Carlo nel tempo di corona-virus

Mi permetto di dire qualcosa, se a qualcuno può interessare, in questo frangente per tutti tribolato.

 1. Un grazie: grazie a Dio per essere a Villa San Carlo, insieme, e non da soli. Ogni giorno possiamo dire questo grazie al meglio con l’eucaristia quotidiana concelebrata.

2. Una constatazione: Villa San Carlo è chiusa all’esterno ma vive all’interno, soprattutto se facciamo consapevolezza della vocazione di questa casa: la preghiera, la riflessione di fede e il silenzio, la celebrazione dei sacramenti. Mai come in questi giorni abbiamo la possibilità, il dono è il dovere di pregare, per noi, e soprattutto per gli altri. La preghiera di intercessione come già stiamo facendo tutti. Bertilla Antoniazzi diceva: “Il mio lavoro è fare l’ammalata”. Noi potremmo e dovremmo dire: il mio lavoro, il nostro lavoro è pregare e intercedere, come Mosé sul Monte.

3. Una domanda: Come la nostra piccola preghiera personale e comunitaria può contribuire e può avere l’ardire di chiedere al Signore di darci una mano a risolvere questo problema mondiale del corona-virus?

4.Una risposta: La risposta, anche se parziale, può venire da un testo di suor Daniela delle carmelitane, che Don Luigino ha ottenuto, un testo che Edith Stein (S. Teresa Benedetta della croce) ha scritto il 14 settembre 1939, in occasione della Rinnovazione dei voti religiosi. Era già scoppiata la seconda guerra mondiale e la persecuzione degli ebrei. È un testo che ci fa pensare, con il quale Edith suggerisce il valore della preghiera, della fede, del compimento del proprio dovere e dell’unione a Cristo, per dare, nella fede, il proprio contributo alle grandi sfide della storia. Ecco il testo:

“Il mondo è in fiamme; la lotta tra Cristo e Anticristo si è scatenata apertamente; se ti decidi per Cristo, può costarti la vita... Il mondo è in fiamme ..., ma al di sopra di tutte si erge la Croce; le fiamme non possono distruggerla. la Croce è la via che dalla terra conduce al cielo. Chi l'abbraccia con fede, con amore, con speranza, essa lo innalza fino al seno della Trinità... Il mondo è in fiamme. Desideri spegnerle? Contempla la Croce: dal cuore aperto sgorga il sangue del Redentore, sangue capace di spegnere anche le fiamme dell'inferno. Rendi il tuo cuore libero e aperto attraverso la fedele osservanza dei voti. Allora si potranno riversare in esso i flutti dell'amore divino, sì da farlo traboccare e da renderlo fecondo fino ai confini della terra. Senti il gemito dei feriti sui campi di battaglia da Oriente e da Occidente? Non sei un medico né un'infermiera e non sai medicare i feriti. Sei rinchiusa nella tua cella e non puoi arrivare fino a loro. Senti il grido d'angoscia dei morenti? Vorresti essere prete per assisterli. Ti commuove il pianto delle vedove e degli orfani? Vorresti essere un angelo consolatore e aiutarli. Guarda al Crocifisso. Gli sei unita sponsalmente nella fedele osservanza dei tuoi Santi voti; allora il Suo prezioso sangue diventa tuo. Unita a Lui, sei presente ovunque come lo é Lui. Non solo qui o là potrai aiutare come il medico, le infermiere, il prete. Grazie alla potenza della Croce, puoi essere presente su tutti i fronti, in tutti i luoghi del dolore, ovunque ti porta la tua compassionevole carità, quella carità che sgorga dal Cuore divino e che sparge il suo preziosissimo sangue ovunque per lenire, per salvare, per redimere”.

E poi un’altra risposta che ci viene da santa Teresa d’Avila: “Non si può mai abbastanza confidare in Dio, che è tanto potente e misericordioso. Si ottiene da Lui quanto appunto da lui si spera”. Questa frase di Teresa d’Avila mi ha aperto gli occhi per capire che tutto si può affidare a Dio, perché lui tutto può. Non si può mai abbastanza confidare in Dio. Dio merita una fiducia infinita.

5. Un’indicazione: nient’altro che quello che ci viene richiesto dei decreti governativi e dalle indicazioni del nostro vescovo o del vicario generale. A noi spetta osservarle e aiutarci a farlo.

6. Un invito: L’invito che Gesù ha rivolto spesso ai suoi amici e che spesso riappare nella Bibbia: “Non abbiate paura”. Il Signore c’è, il Signore lo sa, dicono spesso i nostri vecchi credenti. E noi confidiamo in lui.

7.Un augurio: spesso si vede scritto in giro questa frase “tutto andrà bene”, come un ritornello di speranza. Solo Dio lo sa come andranno le cose. Noi ci affidiamo a lui fiduciosamente e preghiamo per chi è in prima linea in questa battaglia e anche per le vittime perché il Signore le accolga in paradiso.

8. Grazie alle sorelle che ci nutrono e tengono in funzione la casa e con loro camminiamo insieme.

9. Uno sguardo: uno sguardo di fiducia alla Madonna di Monte Berico il cui santuario possiamo vedere dal cortile superiore della casa. Il vescovo farà l’atto di consacrazione ufficiale della nostra diocesi alla Madonna di Monte Berico il 24-25 marzo, festa dell’annunciazione. Anche noi ci aggregheremo a lui via Radio Oreb o TV, ma già possiamo tenere vivo questo ponte con la Madonna di Monte Berico nella nostra preghiera, ricordando che nel 1428, durante la peste che colpì la città, Maria, nella mediazione di Vincenza Pasini, è venuta a darci una mano. Confidiamo in questa sua mano, come nella mano di San Giuseppe, degli altri nostri santi patroni, San Carlo in primis.

10. “DAVANTI A TE PER TUTTI, CON UNA FIDUCIA INFINITA”: Il motto della nostra preghiera.

                                                                                                             Don Giandomenico Tamiozzo

 

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